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Giuntoli: “Ancelotti? Non ci credevo. Mendes ci offrì Ronaldo. Sul rinnovo…”

Cristiano Giuntoli, direttore sportivo del Napoli, si è raccontato in una lunga intervista ai microfoni di Gianluca Di Marzio, di Sky Sport.

 

 

“Sono nato nel bar di mio nonno dove si mangiava pane e calcio fin da bambini. Poi piano piano questa passione si è sviluppata, ignorando anche le volontà dei miei genitori che erano quelle dello studio. Volevano che studiassi e che diventassi un dottore o un architetto e invece la mia volontà era forte di andare verso il calcio. Non avevo grandi doti ma una grande volontà che mi ha fatto sopperire ai miei deficit fisici e tecnici. Le mie categorie sono state basse, dilettanti, al massimo la Serie C. Ma allenavo un settore giovanile e avevo aperto una scuola calcio internazionale. Mi divertivo a fare Camp in tutto il mondo. Ho ritrovato un articolo del ’96 che non ricordavo nemmeno in cui dicevo che la mia più grande aspirazione era fare il presidente sportivo.

Devo lavorare meglio su me stesso. Mi faccio sentire con i miei collaboratori anche in piena notte perché quando mi viene in mente qualcosa lo devo dire subito. Con i giocatori? Quando prendemmo Schick lo vidi in una partita che sembrava scapoli e ammogliati, in Serie B. Stavo ospitando il mio braccio destro, Giuseppe Pompilio, e lo andai a svegliare alle tre di mattina per dirgli che avevo visto un giocatore forte. Il presidente? Lui chiama la mattina presto. Mi chiede se sono sveglio…se ho risposto, sì.

De Laurentiis ha un occhio di riguardo speciale per me. Mi tratta come un figlio, mi ha fatto entrare nella sua famiglia, una splendida famiglia. Non alza mai la voce con me, non è mai stato arrogante ha davvero avuto sempre un grande approccio. Quando mi chiamò stavo andando a vedere una partita di playoff di Serie B e lui era con l’amministratore, Chiavelli, che mi chiama e mi chiede un incontro. Io pensavo che gli interessasse qualche calciatore ma avevo impegni, quindi gli chiesi di rimandare la settimana prossima. Loro mi dissero che no, avevano fretta e volevano vedersi la mattina dopo. Ho chiesto il motivo, e mi hanno detto che era per parlare del Napoli, che volevano me. Non ho capito più niente, non sapevo se fermarmi in autogrill. Ovviamente ho detto di sì. Il presidente non sa che sono un appassionato di cinema. Quello è un campo in cui non mi voglio addentrare. Il paragone con il Padrino? E’ stato suggerito.

Lasagna? Ebbi una soffiata. Al Carpi non avevo tanti scout come adesso. Vidi un video sul telefonino, ebbi un’intuizione e il giorno dopo lo feci firmare. Con me ho cinque osservatori, ci dividiamo i compiti, i video poi chiaramete si vedono i giocatori in maniera mirata. Abbiamo una chat su whatsapp, lavoriamo su quella piattaforma per informarci. Dal vivo purtroppo non ho molto tempo perché sono perso per la squadra.

Sarri provai a prenderlo con il Carpi, fu il primo allenatore che contattai come direttore sportivo. Non venne perché non trovammo un accordo con i suoi collaboratori. Lui era appena stato esonerato da Perugia, sarebbe venuto. Mi colpì perché noi ci conoscevamo da tempo, da quando lui allenava il Sansovino, e lui dopo un paio d’ore che stavamo parlando, ci confrontammo su diverse situazioni, mi disse ‘io non vengo, ma tu arrivi in Serie A’. Quando arrivai a Napoli, anche per De Laurentiis la situazione più papabile era quella di Sarri ed io la sposai immediatamente. Se ha tentato di portarmi con lui al Chelsea? Ha provato, ci sentiamo spesso. Lui ha sicuramente bisogno di una persona che conosce, di cui si fida, che faccia da cuscinetto anche con lo spogliatoio e la proprietà. Mi manca come uomo, è una persona straordinaria.  Ma ora ho la fortuna di lavorare con Carlo Ancelotti. Siamo una grande coppia, abbiamo vinto cinque coppe dei campioni in due.

Lui è molto sicuro e non perché ha vinto, anzi, ha vinto perché è sicuro. Mi ha trasmesso tanto. Quando il presidente mi ha detto che avremmo provato a prendere Ancelotti non ci credevo onesatmente, non credevo che un allenatore del genere potesse accettare di venire a Napoli. Invece ha sposato in pieno la causa, la città, sta benissimo a Napoli e si è inserito nel nostro contesto. Ci ha aiutato e ci aiuterà a crescere.

Cavani? Non credo che faccia parte della filosofia del club, che è quella di avere giocatori con nuove motivazioni, di avere il nuovo Cavani. Fabian Ruiz dovevamo prenderlo già a gennaio ma non fu possibile, riuscimmo comunque ad ottenere una promessa da parte del giocatore e del procuratore. Così quando Carlo ce lo chiese il giocatore aveva praticamente firmato. Fu una grande coincidenza, ce l’aveva chiesto Ancelotti ed era l’unico giocatore che aveva già firmato con il Napoli.

Milik sì, lo portai prima a Capri. Avevo paura che per un giocatore dell’Ajax venire subito a Napoli potesse causare un contraccolpo. Vero è anche che stavamo facendo dei lavori. Un rimpianto? Tolisso. Avevamo chiuso, l’aspettavamo per le visite, poi il Lione vinse i preliminari e andò in Champions e il ragazzo decise di rimanere proprio all’ultimo. Poi l’abbiamo visto andare via l’anno dopo al Bayern Monaco. Da un lato è una soddisfazione, dall’altro un rimpianto.

Cristiano Ronaldo al Napoli? Fu proposto. Abbiamo un grande rapporto con Jorge Mendes, il procuratore, dai tempi del rinnovo di Goulam. E sì, fu proposto anche a noi ma era fuori portata. All’inizio rimanemmo zitti, poi andammo a vedere nei dettagli e ci rendemmo conto che era un’operazione, per noi, fuori portata. Cosa penso quando la Juve prende Ronaldo? Che è la squadra più forte d’Europa e che mettersela dietro sarebbe un sogno. Ma poi se penso che ce l’ha fatta con il Lecce quando ero a Carpi penso che ce la posso fare anche qua. E’ una cosa difficilissima, ma noi ci vogliamo e ci dobbiamo provare.

Se resto a Napoli finché non ci riesco? Non dipende solo da me ma anche dalla proprietà. Rinnovo? Siamo molto vicini. Io sono contento di rimanere, mi trovo benissimo a Napoli, con la proprietà e con Ancelotti. Probabilmente rinnoverò. Io lavoro con il cuore, con passione, forse anche troppa tanto che ho trascurato la mia vita privata. L’amore è una strega, non sai mai quando ti darà la pozione magica. Se arriverà? Spero di sì”.

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