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Gravina: “Pronti a ripartire, ma restiamo vigili. Aperti a soluzioni alternative per la prossima stagione”

Gabriele Gravina

Gabriele Gravina, presidente della FIGC, ha parlato in un’intervista ai microfoni di SKY Sport aggiornando sulla situazione del calcio in Italia.

 

 

“Siamo sempre attenti, in una fase sempre meno complessa ma il momento è molto delicato. Momento della programmazione, siamo pronti a ripartire ma sempre vigili. I rischi sono molto alti.

Quanto hanno pesato gli altri campionati europei sulla decisione di ripartire? L’Italia fin dal primo momento si è affidata alla sua rete di relazioni ed alla UEFA. L’Italia non poteva essere estranea a questa ripartenza dei maggiori campionati. Il titolo dell’Equipe di ieri è emblematico ed io sono contento di non dover leggere cose simili per quanto riguarda noi. Ci portiamo a casa un risultato importante nel panorama internazionale. Ha influito molto la nostra determinazione ma è stato utile essere coordinati con le indicazioni arrivate dalla nostra organizzazione massima europea.

Il calcio ne esce in maniera rafforzata. L’incontro con il ministro Spadafora è stato di grande armonia e condivisione. Eravamo tutti più sollevati da un peso che portavamo dentro da tantissimo tempo. Un calcio che ha dimostrato grande coerenza sin dall’inizio ed ha preso grande coscienza e consapevolezza dei propri vincoli e dei limiti. Abbiamo dialogato costantemente con il ministro dello Sport ed avuto costanti confronti interni con incontri settimanali. Ci sono stati momenti di tensione ma ne usciamo forti e con la possibilità di dare messaggi di speranza al nostro paese. Ma dobbiamo essere consapevoli che i rischi sono presenti e dietro l’angolo, ci vuole senso di responsabilità. Ed anche un pizzico di fortuna.

C’è stato un momento in cui pensavamo di non farcela. La preoccupazione è stata molto forte. Purtroppo abbiamo vissuto momenti di grande difficoltà in un mondo in cui siamo costretti a convivere con il mecenatismo ed il cialtronismo. Ci sono stati filosofi dell’ovvio ed anfitrioni dell’emergenza. Abbiamo i musici del tutto non si può fare, che bisognava lasciare tutto così com’era. In ogni momento però abbiamo avuto sempre noi la consapevolezza che il calcio italiano doveva ripartire. Il nostro calcio rappresenta il luogo dove si sviluppano delle pratiche sociali che alimentano la condivisione e l’empatia e anche la bellezza e l’occupazione. Questi valori non sono monetizzabili ed hanno bisogno sì di finanza, ma anche di grande rispetto.

E’ stato sicuramente un momento difficile e molto complicato. Ma non solo per me e per il calcio italiano, per tutto il nostro paese. Ci sono stati accenni di grande amarezza legata ad uno degli elementi fondamentali della nostra vita, la capacità di relazionarsi. Sono venuti fuori i volti veri di vari personaggi che ti circondano nella tua vita ed ho capito tante cose. Come quanto sia fondamentale fare delle distinzioni, accantonare e mettere da parte una serie di soggetti che sono solo all’apparenza positive. Scoprire le mie fragilità mi ha reso più forte di prima e questo periodo devo ringraziarlo perché mi ha fatto capire chi si deve volere bene e da chi ci si deve guardare con grande attenzione.

Il prossimo campionato? Se il campionato sarà in grado di partire il 12 di settembre, andando ad intensificare nella sosta invernale, dovremmo chiudere nei tempi previsti. L’articolo 218 del decreto legge che è stato soprannominato ‘Norma Gravina’ ci consente però nel caso di adottare misure alternative.

Non credo che ci siano stati riferimenti a contrasti di natura politica. Ma perché sarebbe gravissimo, mi dispiacerebbe per il calcio italiano. Voglio pensare che tutte le difficoltà di questo periodo siano state di natura tecnica. Io per primo ho riconosciuto che il mio agire era stato ispirato da forte determinazione ma anche da grande prudenza per la salute. Questo principio ci ha impedito di affrontare prima il tema della nostra ripartenza. Altre ragioni sarebbero state assolutamente da censurare.

Il Piano B andava contro le esigenze di natura tecnica. Il nostro Piano B è strutturale e molto chiaro: in caso di momentanea sospensione della stagione regolare e nella impossibilità di completare il campionato, si farà ricorso ai play-off e ai play-out. Un formato più contenuto e più leggero che faccia valere comunque il merito sportivo. Nel caso in cui ci sia uno stop definitivo invece, si svilupperà un algoritmo legato sempre ai risultati sul campo e all’oggettività della classifica. Ci sarà la cristallizzazione della classifica ma verrà proiettata alla fine del campionato grazie a questo algoritmo.

Le date: per la A e la B si parte il 20 di giugno. Per la Serie C l’ipotesi è il 28 di giugno, non ci sarà possibile definire il campionato con i playoff e i playout. L’8 giugno in consiglio si parlerà anche di questo. Per il calcio femminile mi piacerebbe moltissimo se la Serie A trovasse una sua conclusione, per il rispetto di tutto il movimento. Stiamo cercando di farlo ripartire a luglio.

Contratti dei calciatori? La FIFA ha dato delle indicazioni alle quali ci siamo attenuti. C’è stato due giorni fa un incontro tecnico tra le componenti e stiamo cercando di trovare un accordo tra queste e l’assocalciatori per una eventuale modifica dell’accordo collettivo per inserire una proroga dei contratti oltre la scadenza prevista, entro la chiusura della stagione sportiva prevista per il 31 di agosto”.

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