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Il 2019 del Napoli: cosa è cambiato in quest’ultimo anno?

Liverpool Napoli Analisi

Mancano poche ore alla chiusura del 2019, un anno che ha visto alcuni cambiamenti nel Napoli tra addii importanti e cambi in corsa.

Un anno che ha visto molti movimenti nell’ambiente del Napoli e che è cominciato con un addio tra i più importanti. Dall’altra parte c’è stata l’esperienza con Ancelotti, interrotta dopo pochi mesi nel suo secondo anno, e l’arrivo di Gattuso sulla panchina azzurra.

Dei cambiamenti, in questo 2019, che hanno interessato sia la squadra che la panchina, ma con la società che è rimasta quella di sempre. Non ci si andrà a soffermare a lungo sui singoli eventi che hanno cambiato le cose nel Napoli (se ne è parlato molto); iniziamo con quelli all’interno della squadra.

Gli addii di Hamsik e Raul Albiol al Napoli e… quell’ammutinamento

Si parte con l’addio di Marek Hamsik, che a febbraio ha deciso di lasciare il club con cui ha macinato record importantissimi. Sei anni da capitano per il centrocampista slovacco e ben 12 stagioni azzurre, vincendo anche due Coppe Italia ed una Supercoppa Italiana.

Lo slovacco ha lasciato il Napoli per andare in Cina e vivere l’esperienza cinese.  Il suo addio, però, ha anche lasciato un vuoto di personalità nello spogliatoio che ancora deve essere colmato. Un fatto dimostrato dai problemi recenti, derivati anche dalla mancanza di un vero e proprio leader nello spogliatoio.

A prenderne le redini in mano ci ha provato Mertens, diventato a tutti gli effetti un trascinatore con l’addio dello slovacco. Insieme a lui anche altri come Insigne, Callejon… giocatori che vestono da anni l’azzurro ma che, forse, non sono riusciti nell’impresa di sostituire in pieno Hamsik.

Nel prossimo futuro del Napoli, comunque, ci potrebbe essere un altro slovacco a dirigere il centrocampo: Lobotka. Chissà se sarà così..

Oltre a quello di Hamsik c’è stato anche quello di Raul Albiol, che ha portato alcune novità difensive nella squadra. Al suo posto c’è stato l’arrivo del greco Kostas Manolas e con esso un cambio nel gestire la fase difensiva insieme a Koulibaly. Novità non ancora del tutto digerite.

Infine, in termini di squadra, c’è da registrare l’episodio dell’ammutinamento, che ha portato a dei possibili cambiamenti nelle dinamiche interne. Squadra e società stanno risolvendo i problemi che hanno portato a quell’episodio; ciò non toglie che un episodio del genere segna e potrebbe avere ripercussioni importanti sul prossimo futuro.

L’ammutinamento, comunque, può essere visto come l’episodio che ha portato al cambio sulla panchina azzurra; fatto che rappresenta l’altro cambiamento importante per il club.

La gestione Ancelotti e la sua fine, con l’arrivo di Gattuso a dicembre

Carlo Ancelotti è arrivato nell’estate del 2018, con la pesante eredità lasciata da Maurizio Sarri dei 3 anni precedenti. Un arrivo che, come caratteristica principale, doveva dare uno spirito più internazionale al Napoli e continuare sulla scia di quanto fatto prima.

Spirito più internazionale, cambio a livello di comunicazione (come dimostrato questa estate) ed un aumento di competitività, per un nuovo corso che prima di Ancelotti non c’era quasi mai stato nel Napoli. Ma quando si cerca di cambiare così, bisogna tenere conto anche di ciò che potrebbe andare male.

Un’esperienza, infatti, che solo in parte ha dato i suoi frutti, e solo al secondo anno, con una brusca interruzione per i noti problemi che ci sono stati. Il Napoli di Ancelotti è riuscito a raggiungere gli ottavi di finale di Champions League quest’anno, e non accadeva da molto tempo, con grandi partite come quelle contro il Liverpool di Klopp.

Questo, però, si è raggiunto a discapito del campionato, dove ci sono stati due mesi di partite senza vittorie ed una crisi quasi senza fine. Ciò ha portato al cambio di panchina, con l’arrivo di Gennaro Gattuso a metà dicembre, proprio dopo aver centrato la qualificazione agli ottavi di Champions League.

Un “secondo” nuovo corso, si può dire, dato che rappresenta un cambio anche a livello di mentalità sulla panchina. Ancelotti più pacato e più calmo, Gattuso più grintoso e che si fa sentire dai giocatori.

La certezza è che non si può giudicare l’operato del neo-allenatore del Napoli e che solo a fine stagione si potranno dare i primi pareri; ma il suo arrivo, come si diceva in partenza, rappresenta un ulteriore novità per il club. Vedremo come andrà..

Ciò che è successo e ciò che potrebbe succedere

Come già detto poco più su, il 2019 azzurro è stato ricco di eventi che hanno cambiato più volte il corso delle due stagioni. Più di tanti altri anni, dove c’è stata una sorta di “calma” da quel punto di vista.

Il nuovo corso iniziato con Gattuso si potrà vedere solo in questo 2020 e comincerà con una serie di sfide molto importanti. Al di là di questo si dovrà vedere anche a quali cambiamenti futuri andrà incontro la squadra, di cui si è sentito parlare di “nuovo inizio”.

Ai posteri l’ardua sentenza.

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