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Il caffè del professore – Uno ddoje tre e quatto

Il caffè del professore – a cura di Bruno Siciliano, ordinario di Robotica alla Federico II.

 

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“Uno ddoje tre e quatto …” recitava la Nuova Compagnia di Canto Popolare nel famoso Rosario dell’opera teatrale “La Gatta Cenerentola”, scritta e musicata dal grande Roberto De Simone nel 1976. Il rosario è una nota pratica devozionale cristiana consistente nella recita di una lunga serie di Ave Maria intercalate da altre preghiere. E il Napoli al quale siamo assai devoti ha infilato una lunga serie di vittorie in campionato (23 su 27) intercalate da altrettante vittorie in Champions (5 su 6). E quattro sono state le gustose zeppole di San Giuseppe servite per suggellare l’ultima vittoria in uno Stadio Olimpico Grande Torino colorato quasi tutto d’azzurro nell’assolata domenica sotto la Mole che ci ha introdotto alla primavera. Peraltro, dal gol di Dzeko a inizio gennaio il Napoli ha mantenuto la sua porta inviolata in trasferta, segnando l’ennesimo record di questa stagione esaltante che resterà nella nostra gloriosa storia quasi centennale. Sarà una primavera frizzante illuminata dal tanto agognato tricolore dopo un lungo digiuno durato gli anni di Cristo e magari anche …

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Partenza all’alba in treno col solito gruppo di trasfertisti per arrivare presto a Torino e incontrare l’amico Gianluigi Ricuperati, noto scrittore, saggista e curatore. Gustoso pranzo nell’antica Trattoria della Posta lungo la strada comunale di Mongreno della collina torinese che poi conduce a Superga. Ai tavoli con le classiche tovaglie a quadretti, gli iconici agnolotti sono fatti a mano da tre generazioni della famiglia Monticone e la ruota dei formaggi viene servita accompagnata da pere e composta di frutta, dal più dolce al più stagionato secondo la scelta e l’ordine suggeriti da Nonna Lella.

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L’ingresso allo stadio attraverso il settore ospiti è stato quanto mai tribolato e abbiamo temuto fortemente di restar fuori. Mancavano venti minuti all’inizio e le forze dell’ordine avevano sospeso l’accesso, a causa di disordini creati da tifosi con biglietti di altri settori che chiedevano di accedere e ―ci hanno riferito― altri senza biglietto o con duplicati. Alla fine ha prevalso il buon senso, la situazione si è sbloccata e siamo saliti sulle gradinate giusto in tempo per vedere le squadre fare il loro ingresso in campo.

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Che bello poter tifare liberamente, sventolare bandiere e sciarpe per tutti i novanta minuti, cantare i cori guidati con i megafoni dagli ultras delle nostre due curve che coinvolgevano anche le masse vicine di tifosi partenopei in curva primavera e nei distinti. I nostri leoni azzurri si sono sentiti come giocare in casa in un’atmosfera che oramai rimpiangiamo al Maradona, a causa delle proteste di alcune frange di supporters e delle restrittive limitazioni imposte dalla Società sull’introduzione di materiale per il tifo. L’abbraccio finale con tutti i calciatori sotto di noi, guidati da un indomito Osimhen, ci ha riconciliato col piacere della trasferta libera dopo la serie di trasferte vietate ai residenti della nostra regione. Al di là di qualche schermaglia e degli immancabili sfottò, è stata una bella domenica di calcio e, alla fine, i tifosi granata che abbiamo incrociato uscendo dallo stadio hanno sportivamente ammesso la netta superiorità del Napoli e lo spettacolo del bel calcio che avevano potuto ammirare.

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Nella tiepida serata torinese spritz seduto all’aperto in uno dei bar di largo IV marzo nello storico quartiere del Quadrilatero in compagnia di un altro amico torinese, Mauro Berruto, ex-commissario tecnico della nostra nazionale maschile di pallavolo e deputato nella corrente legislatura. Sia con Gianluigi sia con Mauro, entrambi tifosi del toro ―l’unica squadra di Torino come amano sottolineare― abbiamo ventilato l’opportunità di proporre un gemellaggio fra le nostre due tifoserie, non solo per l’odio (in senso sportivo) che ci accomuna verso i non colorati ma anche per un certo modo identitario di vivere il calcio. In verità, in passato ci fu un’amicizia e il ricordo dello scudetto granata del 1976 sotto la guida di Radice con i gol dei gemelli Pulici e Graziani è ancora vivo in tutti gli appassionati del calcio della mia generazione.

Ora pausa per le nazionali e alla ripresa al Maradona primo dei tre incontri con il Milan in un intenso mese di aprile che potrebbe essere già decisivo. A risentirci dallo Stadio di Via del Mare nella prossima trasferta in terra salentina #FNSCD.

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