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Il paradosso abita a Napoli

Criticare. Sempre e comunque. Contestare. A prescindere.

Sono i giochini che più di tutti sono di moda in questa città.
Quello che invece è proprio indigesto, è il giochino dell’equilibrio. In effetti, il termine, poco si sposa con l’estrosità tipicamente partenopea, ma del resto, se così non fosse stato, l’ex tecnico del Napoli, Rafa Benitez, non l’avrebbe così tanto spesso promosso ed auspicato.

Un’annata storta, d’accordo. Una stagione nata male e finita peggio.

Un ventaglio molto vasto di responsabili e di errori, dai proclami estivi di De Laurentiis alle presunte esigenza familiari di Benitez; dai marchiani e ripetuti errori tecnici individuali dei calciatori azzurri, a quelli di un tecnico vittima delle sue convinzioni; da una campagna acquisti forse non all’altezza, ad una stampa mai compatta e totalmente schierata accanto al Napoli.

Insomma, un fallimento. Ma un fallimento non è mai frutto degli errori di una sola componente.

Ciò che risulta quantomeno singolare è il catastrofismo che ne deriva, l’esasperazione della negatività che giunge sino al punto in cui si finisce per auspicare la partenza di campioni veri come Gonzalo Higuain.
Come è possibile dimenticare chi è Gonzalo Higuain?
Come è possibile resettare dai ricordi il suo curriculum, la sua provenienza, il suo piazzamento all’interno di una ristrettissima griglia cui appartengono gli attaccanti più forti del mondo?
Come si fa a dimenticare un attaccante che ha segnato la bellezza di 29 reti stagionali? Può il fallimento di un calcio di rigore, seppur decisivo e fondamentale, giustificare tutto ciò?

Ma l’onda di negatività accecante che piomba su questa città non risparmia niente e nessuno, nemmeno l’ex tecnico ed il Presidente. Ma almeno questa, non è una novità.

I fatti sono quelli che contano. I dati statistici, ancor di più.

Dunque dobbiamo ammettere Benitez abbia commesso degli errori, abbia sbagliato. Anche lui. Ma questo non può e non deve cancellare il suo prestigio internazionale, non può sminuire la sua classe, la sua immagine, che al di là dei risultati sportivi ottenuti sul campo, una grande mano al Napoli l’ha data eccome.

Dulcis in fundo vi è lui, Aurelio De Laurentiis. Colui il quale, con ogni probabilità, viene perseguitato anche di notte dall’eco della vocina che lo invita a “cacciare i soldi“. Colui il quale ha comunque consentito al Napoli di aumentare il fatturato del Napoli di ben venti volte in dieci anni di gestione. Colui il quale, come tutti, ha commesso degli errori che non dovrà assolutamente più ripetere, a partire dalla mancata chiarezza dei programmi societari.

Dunque, dopo una annata simile, la critica è giusta, forse obbligatoria.

Per crescere, per evitare ulteriori errori, senza però perdere però di vista quella che è la dimensione del Napoli. Una dimensione di cui tutti i tifosi devono comunque esser fieri.

Alcuni auspici uditi negli ultimi giorni, hanno davvero avuto il sapore della bestemmia.

 

 

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