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Infantino: “Stadi? Oggi l’Italia è dietro al Gabon”

Infantino

Il presidente della Fifa, Gianni Infantino, non è tenero quando parla degli impianti italiani.

 

«La situazione degli stadi in Italia è qualcosa che va al di là di qualsiasi logica: questo Paese ha una passione e una cultura calcistiche incredibili. Oggi l’Italia è dietro al Gabon, che ha organizzato l’ultima Coppa d’Africa a livello di stadi. Lo stadio non è solo il luogo dove si disputa la partita, ma il simbolo di una città. Vedere solo Udinese e Juve che hanno degli stadi di proprietà è incredibile. Uno stadio non è solo un costo, ma è anche e soprattutto un investimento».

«Con l’Uefa effettivamente abbiamo qualche divergenza di opinioni su alcuni temi: Nations league a livello mondiale, Mondiale per club, l’importante penso sia confrontarsi, parlare. In quanto presidente della Fifa devo parlare col mondo intero, non solo con il presidente dell’Uefa e con una confederazione calcistica. Devo ascoltare tutto il mondo e posso capire che gli interessi siano diversi»

«Il 2021 può essere una data importante, penso soprattutto al Mondiale per club, perché abbiamo questa finestra del calendario di questa famosa Confederations cup che non interessa a molte persone, però esiste e dà qualcosa al mondo. Bisogna pensare al mondo e non solo all’Europa – le parole del presidente della Fifa -. Dei progetti oggi a livello calcistico devono avere un’apertura a livello mondiale. Oggi il finanziamento del calcio, per la maggior parte, viene da fuori dell’Europa; anche in Italia e in molti altri Paesi europei si cercano risorse al di fuori dall’Europa. Tutto questo passa attraverso la Fifa che genera introiti e risorse per il mondo del calcio. Magari il futuro Cristiano Ronaldo o Lionel Messi non avrà solo la scelta tra Real Madrid o Juve, ma anche fra Los Angeles e Pechino».

«il razzismo è una piaga terribile dell’umanità. Si parla di globalizzazione di immigrazione, io stesso sono figlio di emigranti italiani in Svizzera. Il calcio è una vetrina importante e bisogna lottare con tutta la forza possibile contro il razzismo, quando si verificano incidenti bisogna sanzionarli». «Bisogna anche lavorare sull’educazione – dice – in Italia esiste questo fenomeno, non esiste solo in Italia ma non lo giustifica. Bisogna lavorare tutti insieme, le autorità governative devono aiutarci a buttare fuori dagli stadi i violenti e i razzisti, perché si sa chi sono. Quando i toni sono troppo accessi, alcuni deficienti compiono atti violenti. È giusto sospendere le partite. Ovviamente bisogna fare conto alle questioni di ordine pubblico, perché non è facile far defluire 80 mila persone da uno stadio».

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