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Italia Mele: “Il mio voto al lavoro di Gattuso è assolutamente positivo: 8”

Italia Mele

Si chiude il 2020: con il nostro direttore Italia Mele tracciamo un bilancio sull’anno solare del Napoli.

Si chiude il 2020. Per il Napoli di Gattuso una Coppa Italia in bacheca ma un cammino discontinuo tra prestazioni brillanti ed altre decisamente deludenti: bilancio positivo o negativo?

“Il mio voto al lavoro di Gattuso è assolutamente positivo. Ha preso il Napoli in condizioni devastanti, fisicamente e mentalmente ed ha fatto un lavoro profondo culminato con la conquista di un titolo. Cosa niente affatto scontata, considerando, in generale, la scarsa bacheca del Napoli e in particolare gli avversari eliminati e con chi ha giocato la finale. Resta il grande rammarico per la partita di Barcellona ma li sono venuti meno i giocatori e credo bruci ancora al mister. C’è poi il grande problema della discontinuità. Sono tanti i fattori condizionanti: contesto covid, Carenze caratteriali dei calciatori, assenze molto pesanti e di lungo periodo, calciatori che non rendono per quanto dovrebbero e potrebbero. Infine va sottolineata un’eccessiva prudenza tattica in alcune partite determinata, probabilmente dal fallimento di esperimenti precedenti. Resta al netto di tutto un voto secco: 8”.

Durante il 2020 ‘Ciro’ Mertens è diventato una leggenda del Napoli quale miglior marcatore di tutti i tempi con la magli azzurra. Ma a proposito di gol il dato che il Napoli si porta dietro di questo 2020 è la bassa percentuale di occasioni gol realizzate in rapporto a quelle create: serve un nuovo attaccante a gennaio o sarebbe più giusto puntare su quelli attualmente in rosa?

“Il problema va analizzato bene perché è una faccenda complicata e antica. Si parte da Sarri: quel Napoli realizzava poco rispetto all’immensa mole di gioco prodotto. Si continua con Ancelotti (minore quantità di occasioni gol e anche bassa incidenza realizzativa) si arriva a Gattuso che ha un inizio complicato per tutti i motivi che conosciamo poi nel momento migliore viene fermato dal Covid.

Il calcio della ripartenza va preso in generale molto con le pinze e dal mio punto di vista è poco utile anche per le statistiche. Inoltre Gattuso ha iniziato con un gruppo e ora ha un parco attaccanti cambiato. Ad inizio stagione il Napoli segnava tanto e la ragione era una migliore occupazione dell’area di rigore e l’impatto di Osimhen sui meccanismi. Oggi segna di meno, o meglio, alterna goleade a stitichezza realizzativa. La differenza fondamentale però sta nel fatto che mentre prima, compreso il passato più lontano, si concretizzavamo poco chiare occasioni da gol oggi si producono anche poche occasioni da gol importanti e c’è poca fluidità nella manovra”.

Il 2020 tra le tante cose tristi che ci ha ‘regalato’ anche la morte di Re Diego: un tuo ricordo del calciatore più forte di tutti i tempi.

“Ho raccontato tante volte i miei ricordi personali e generali di Diego. Preferisco ribadire il concetto più importante dal mio punto di vista: aver dimostrato che non esistono sogni irrealizzabili e che con la consapevolezza e la volontà si possono raggiungere tutti gli obiettivi”.

Chiudiamo con un giochino in vista del 2021. Puoi scegliere solo un’opzione.
Per il prossimo anno ti auguri più da amante del calcio la riapertura degli stadi oppure da grande tifosa lo scudetto del Napoli?

“A che serve vincere uno scudetto se non possono goderne i tifosi negli stadi? Quindi ho risposto. Perché limitarsi?
Buon anno a tutti”.

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