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La Decima, il vino dei Re di Spagna e l’affetto smisurato: Ancelotti ritrova CR7

Domenica sera, allo stadio San Paolo, in occasione della sfida tra Napoli e Juventus, Carlo Ancelotti ritroverà Cristiano Ronaldo.

 

Capita alle volte che, anche se non hai la forza di rendere fino all’ultimo dei novanta minuti e non ce la fai più a correre, stringi i denti, ti sacrifichi per il coach. Io per Carlo lo facevo perché se lo meritava, visto che si è sempre preso cura di me. Molti dei miei compagni la pensavano allo stesso modo: i giocatori lo ammirano, sono disposti a soffrire per lui“.

Parola di Cristiano Ronaldo, che in un apposito capitolo del libro “Il leader calmo”, scritto da Carlo Ancelotti, racconta il suo splendido rapporto con l’ attuale allenatore del Napoli. Un racconto emozionante, quello del fuoriclasse portoghese, che lascia trasparire l’umanità, la gentilezza, l’ironia, ma al tempo stesso la serietà e la preparazione di uno dei tecnici più vincenti di sempre.

Un rapporto nato nel 2013, anno in cui il presidente del Real Madrid, Florentino Perez, decise di affidare la panchina ad Ancelotti, nel disperato tentativo di conquistare, finalmente, la tanto agognata Decima, quella Champions League che, dalle parti del Santiago Bernabeu, mancava dal 2002.

Un rapporto che, fin da subito spiccò il volo, come raccontato dal fenomeno di Funchal: “Ho sempre creduto che Carlo fosse un duro, così la prima volta che ci incontrammo fu una grande sorpresa. Mi parlò dei suoi progetti, cosa voleva, cosa pensava di me e mi fece subito sentire a mio agio. Nei giorni successivi iniziò a mostrare la sua personalità, la maniera in cui lavorava, la persona che era…ed è stato lì che ho capito perché tutti ne parlassero così bene”.

Fu proprio per la grandissima alchimia creata tra Ancelotti e l’intero spogliatoio del Real, che il desiderio di Florentino Perez riuscì a relizzarsi, in una notte di Lisbona, città in cui, guarda caso, Cristiano Ronaldo si affacciò al grande calcio con la maglia dello Sporting CP.

Una finale leggendaria, in cui i Blancos si ritrovarono ad affrontare l’altra squadra di Madrid, l’Atletico, che, guidata dal comandante Simeone, poteva togliersi l’enorme soddisfazione di vincere la sua prima Champions League, destinando i propri cugini ad una beffa senza precedenti.

Un Atletico che, pur dovendo fare a meno del proprio bomber principe Diego Costa, uscito al 9′ per infortunio, riuscì a passare in vantaggio con un colpo di testa di Diego Godin, favorito anche da una clamorosa indecisione di Casillas. Di lì in poi, i Colchoneros si barricarono in difesa, avviandosi verso la conquista della Coppa dalle grandi orecchie.

O meglio così sembrava, fino al 93′, quando una zuccata di Sergio Ramos fissò il risultato sull’1-1, rendendo necessari i tempi supplementari. Nei trenta minuti seguenti, il Real prese il largo, trovando il vantaggio con Bale e chiudendo, poi, i conti con un sinistro di Marcelo e un calcio di rigore di CR7.  La Decima, finalmente, imboccò la strada della capitale spagnola.

Ma il rapporto tra Ancelotti e Ronaldo va oltre il campo ed i successi, passando per il vino dei Re di Spagna, il Vega Sicilia, che il tecnico regalava al portoghese ad ogni suo compleanno, le discussioni su cibo e bevande, le famose pagelle che Carletto stilava al termine delle partite, fino ad arrivare ad una chiacchierata tra i due a Marrakech, in cui CR7, fino ad allora chiuso e riservato, si sedette al tavolo di Ancelotti e del suo staff, raccontandosi a 360° soprattutto dal punto di vista personale.

E non è un caso che, nella stagione successiva alla conquista della Decima, in cui le cose non andavano al meglio, il portoghese prese pubblicamente le difese del tecnico, allora sull’orlo del baratro, twittando: “Grande allenatore, persona eccezionale, speriamo di lavorare insieme anche nella prossima stagione”.

Una presa di posizione che, tuttavia, non servì a lenire la furia di Florentino che, appena due giorni dopo annunciò l’esonero del tecnico. Ma il lavoro di Ancelotti fu, probabilmente, la base su cui il Real ha costruito i suoi successi più recenti, le tre Champions League consecutive vinte sotto la guida di Zinedine Zidane, che fu proprio il vice del tecnico italiano durante la sua esperienza madrilena.

E non è un caso che, ancora oggi, arrivino da entrambe le parti messaggi di stima e affetto da entrambe le parti: per Ancelotti, Ronaldo è sicuramente il miglior calciatore mai allenato; per Ronaldo, invece, Ancelotti è, insieme ad un altro mostro sacro come Alex Ferguson, il miglior allenatore mai avuto.

Un connubio che ha scritto una pagina importantissima nella storia del Real Madrid e il destino ha voluto che, nella stessa estate, i due scegliessero la Serie A, ma stavolta da avversari. E domenica, allo stadio San Paolo, si ritroveranno, in un Napoli-Juventus che, nonostante la classifica abbia ormai ben poco da dire, promette sicuramente spettacolo.

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