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La fashion agent Maria Elena Altieri: “Ero allo stadio di Monaco quando Maradona danzò con la palla al ritmo di Live is Life…”

Non solo imprenditrice. La storia di Maria Elena Altieri, si tinge di azzurro Napoli in tanti momenti della sua vita. Un percorso di successo, fatto di impegno, di forti legami familiari e di amicizia, che merita di essere raccontato.

“Senti chi Parla”: rubrica di Valeria Grasso

Maria Elena, come si svolge la sua attività?

“La mia azienda, Altide, si occupa di rappresentanza di abbigliamento. Sono figlia d’arte: ho avuto un papà, che mi ha insegnato questo lavoro dal quale devo dire, ho ereditato tanti onori grazie alla grande attività che ha fatto in termini di pubbliche relazioni e di stima. Sono riuscita a rientrare nella sua scia di energia positiva. Ci occupiamo di rappresentanza uomo, donna e bambino: personalmente seguo questi ultimi due settori.  Le aziende ci inviano le collezioni e noi le distribuiamo per le varie boutique e negozi importanti. Ci relazioniamo con aziende in tutta Italia, rilevanti in termini di qualità, molte impegnate anche nelle esportazioni con paesi esteri.  Abbiamo poi, tra le nostri clienti, realtà campane eccellenti, per abiti eleganti, da cerimonia, come da tradizione della nostra Regione”.

 Che vuol dire fare impresa in questa città e restare a livelli alti?

“Devo dire che io non ho mai avuto difficoltà, grazie proprio a quello spirito calcistico che ho un po’ ereditato dalla famiglia con tre fratelli maschi e dal papà per cui sono stata sempre mentalmente molto concreta nel lavoro. Essere napoletana è un plus, inoltre ho preso il lato sportivo e tifoso dalla famiglia e quella mentalità molto snella e decisa: ho sempre viaggiato da sola, preso decisioni, motivata senza mai avere nessun tipo di timore, mi ha aiutato sicuramente il tipo di formazione che ho avuto. La napoletanità e la famiglia mi hanno trasmesso un tipo di mentalità che mi ha aiutato ad interfacciarmi con tutti i tipi di persone sin da ragazzina, ad avere l’empatia giusta nelle relazioni. Per questo sono stata molto fortunata”.

 Quali nuovi confini si aprono oggi per il suo lavoro?

“In generale lo scenario generale del business è cambiato tanto negli anni e anche la nostra attività è in piena rivoluzione. Un mondo che va invogliato, vanno implementate nuove strategie di marketing, soprattutto con l’era del web, per cui tutto ciò che dobbiamo mettere nel nostro lavoro sono oltre idee e impegno… le emozioni. Ho letto una frase bellissima e che mi piace: “Il lavoro non si aspetta, si deve attrarre”.

 

 Che obiettivo si prefigge?

 “Il mio sogno è quello di innanzitutto vedere le nuove generazioni dare nuovi stimoli. Io ho due figli, mio fratello nonché mio socio, ha due figli anche lui. Non so se mai vorranno continuare questa attività, ma sicuramente grazie a loro possiamo mirare a prospettive future”.

 Ha citato suo padre, Gaetano Altieri, da cui ha ereditato l’Altide e tra i fondatori del Cis di Nola; ma anche musicista e protagonista di numerosi eventi musicali di rilievo in Campania. Presidente onorario di Ischia Jazz, legatissimo all’isola di Ischia cui ha dedicato tanta attenzione e passione. Che sentimento vorrebbe trasferire suo padre oggi all’isola verde, reduce da una sofferenza drammatica qual è stata la recente frana a Casamicciola?

 “Sicuramente mio padre avrebbe provato un grande dolore per quanto accaduto ed allo stesso modo avrebbe divulgato grande energia e solidarietà per far ritornare quel territorio, a lui tanto caro, al suo splendore e noi figli ci impegneremo nel ricordo di questo intenso legame con l’isola d’Ischia”.

 Faceva riferimento allo spirito calcistico familiare, ci racconti, da dove deriva?

Mio padre, grazie anche ai rapporti di grande amicizia che aveva con il Presidente Roberto Fiore – parliamo degli anni ‘60 e ’70 – ha sempre creduto in questo insieme di collaborazioni che andavano dallo sport alla moda, alla musica, per cui tutto questo gli ha sempre creato grandi rapporti interconnessi. Si formarono all’epoca delle meravigliose combinazioni, in tutto il sistema, così come anche oggi si creano delle contaminazioni tra sport, moda e musica. In quegli anni mio padre, su questo fu quasi un precursore. Come dicevo aveva fatto una sponsorizzazione al Calcio Napoli: un’azione da tifoso più che nell’ottica di creare marketing, secondo una visione quasi inconsapevole di quello che poi poteva essere effettivamente un ritorno. Poi l’attaccamento al Napoli è durato anni e dura per noi ancora oggi. Ci tengo a sottolineare che ho ricordi meravigliosi dell’epoca Maradona, quando ero ragazza.  Ero a Monaco nell’aprile del 1989 quando il Napoli conquistò la finale di Coppa Uefa e il  nostro campione argentino si fece notare prima della gara contro il Bayern in quella scena, divenuta famosa, dello straordinario palleggio che poi è una danza al ritmo di ’Live is life’.  Una novità degli ultimi tempi è poi quella che grazie all’amicizia e stima con l’imprenditore Lello Carlino, oggi con mio fratello Giuliano siamo sostenitori e tifosi del Napoli Calcio Femminile del Presidente Alessandro Maiello”.

Dunque, suo padre le ha trasmesso, evidentemente in modo naturale, l’amore per il calcio e per il Napoli.  Che ne pensa della squadra azzurra oggi capolista a 8 punti di vantaggio sulla seconda in classifica?

“Il Napoli attuale va ringraziato da tutti i livelli sociali, economici… perché trasmette una un’energia positiva che ci arriva al di là del successo. Voglio dire… è il quotidiano di tutti che migliora, non si parla d’altro, regala gioia, positività e tutto questo non ha possibilità di essere quantificato perché è talmente grande la carica che rappresenta una soddisfazione enorme per la città e per i tifosi. Complimenti a tutti i protagonisti di questo capolavoro, sia in campo che dietro le quinte”.

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