Notizie

La favola del Sassuolo: senza storia, senza tifoseria, senza stadio, ma in Serie A

Non ha una storia calcistica alle spalle degna di essere ricordata, è tra i più piccoli centri abitati mai stati in serie A (41.000 abitanti), non vanta una vera e propria tifoseria e non ha nemmeno uno stadio.

Questo è il Sassuolo di Patron Squinzi, capace di trascinare i nero-verdi dalla C2 alla Serie A con l’intento di rimanerci a lungo.

Assurdi del nostro calcio che si pasce di controsensi e paradossi. Ospite per l’intera scorsa e trionfante stagione al Braglia di Modena, la società nero-verde per il suo primo anno di Serie A è emigrata al Giglio di Reggio Emilia in attesa di capire se un domani potrà avere un impianto proprio conforme alle normative federali.

In mano a padron Squinzi (milanista dichiarato), oggi numero uno di Confindustria, il Sassuolo è riuscito nell’impresa più difficile. Il coronamento di un progetto a lunghissima gettata come il patron della Mapei aveva già saputo dimostrare nel ciclismo dove, prima di entrare nel calcio, aveva investito le proprie finanze condite da successi. Ha preso il Sassuolo nel 2002 e in 11 anni l’ha portato dalla periferia del calcio alla vetta più alta sapendo valorizzare giovani talenti e costruire un ambiente sano e vincente.

Oggi il Sassuolo è una realtà del nostro calcio: ha lanciato allenatori come Max Allegri e Stefano Pioli, ha rilanciato un tecnico emergente come Eusebio Di Francesco, e rispolverato un Alberto Malesani mai capace di consacrarsi definitivamente ad alti livelli. Ma soprattutto ha saputo mixare la voglia di riscatto di calciatori navigati a giovani talentuosi come Domenico Berardi, 19 anni, già sotto la lente di grandi club.

Una squadra simpatica. Un progetto valido,validissimo. Un progetto a cui auguriamo di consolidarsi sempre più. Ovviamente a partire dalla prossima gara esterna sul campo della Lazio.

Comments

comments

Ultimi Articoli

To Top