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L’eroe diventato traditore: contro il Frosinone l’ultima notte azzurra di Higuain

Non è vero, non è veroquesto è un film!” commentava Maurizio Compagnoni di Sky, in un sabato sera di Maggio, precisamente il 14, in cui, allo stadio San Paolo si affrontavano Napoli e Frosinone.

 

Il riferimento era, ovviamente, al gol del definitivo 4-0 in favore degli azzurri, messo a segno con una splendida acrobazia da Gonzalo Higuain. Una rete che fu il coronamento di un’annata pazzesca per l’argentino, capace di andare a segno per ben 36 volte in 35 partite di campionato: nessuno era mai riuscito a fare di meglio.

Contro un Frosinone in inferiorità numerica già dal 13′, per l’espulsione di Gori, fu Hamsik a sbloccare il risultato al 44′, dopo un assedio durato tutta la prima frazione di gioco. Nella ripresa, il Pipita decise di salire in cattedra e, in neanche 20 minuti (dal 52′ al 71′) mise a segno la tripletta che lo consegnò, definitivamente, alla storia, permettendogli di infrangere il record di Gunnar Nordahl.

La cavalcata di Higuain fu una clamorosa impresa sportiva, che nascondeva, però, un significato ben più profondo: l’argentino divenne il portabandiera, il simbolo della “rivoluzione” Sarrista e partenopea, l’eroe che avrebbe potuto interrompere il dominio della Juventus, riportando a Napoli uno Scudetto che mancava (e manca tuttora) dal 1990, quando fu un altro grande argentino a trascinare gli azzurri sul tetto d’Italia.

Ma da eroe a traditore il passo è più breve di quanto si possa pensare. In quella estate del 2016, Gonzalo Higuain decise di accettare la corte della Juventus, autrice di una politica di indebolimento nei confronti delle dirette concorrenti, visto che, appena un mese prima, aveva “scippato” Miralem Pjanic all’altra grande antagonista, la Roma.

I bianconeri trovarono l’accordo con il calciatore, che svolse le visite mediche, in gran segreto, a Madrid, per poi versare nelle casse del Napoli i 90 milioni della clausola rescissoria. Un tradimento mai digerito dai partenopei che, ancora oggi, riversano sul Pipita tutto il loro odio (sportivo), un odio che si può provare solo per qualcuno che, in precedenza, si era tanto amato. Ma il ricordo della notte del 14 maggio, di quel 4-0 al Frosinone, l’ultima notte di Gonzalo Higuain da calciatore del Napoli, rimarrà indelebile nella mente dei tifosi azzurri e, in generale, di tutti gli appassionati del gioco più bello del mondo.

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