Nazionale

Mancini: “Insigne aveva problemi fisici già da prima, sarebbe andato in tribuna”

Roberto Mancini Italia

Il CT della Nazionale Roberto Mancini ha tenuto una conferenza stampa alla vigilia dell’amichevole con la Turchia.

“Resto? Abbiamo parlato col presidente in questi giorni, siamo allineati su tutto. Ne riparleremo nei prossimi giorni: ora pensiamo a questa partita, poi con calma discuteremo sulle cose da migliorare per il futuro. Tutto qui.

Bisogna ripartire, ricordando che ci saranno poi in futuro anche gare importanti.

Io ho obbligato Jorginho, Insigne e Immobile ad andare via perché se posso fare qualcosa per loro e per i club noi lo facciamo.. Non avrebbero giocato. Il Chelsea ci ha mandato Jorginho tre giorni prima, non gli ha fatto giocare l’FA Cup. Anche Florenzi e Politano, non al meglio, li ho rispediti a casa perché non avrebbero giocato.

Insigne aveva problemi fisici già da prima. Insigne al 50% sarebbe andato in tribuna per provare soluzioni alternative.

I ragazzi in questi anni hanno meritato tanto, non è stato solo un Europeo ma un tragitto lungo tre anni con una serie di partite senza sconfitte e va dato merito a questi ragazzi. 

Fuori dal mondiale? E’ inutile stare a trovare spiegazioni. Il nostro gruppo dovevamo vincerlo almeno con due punti di vantaggio sulla Svizzera. La squadra ha sempre giocato: può essere stata più imprecisa ma questo è il calcio, le cose ci sono andate storte. E’ accaduto ciò che è accaduto, dobbiamo accettarlo.

Dove possiamo migliorare? Inseriremo sicuramente ragazzi più giovani, sperando possano avere esperienze importanti nei loro club perché questo è fondamentale. Lavoreremo su questo e vedremo quale sarà la situazione generale. 

Attestati di stima? Mi fa piacere, grande piacere: noi in questi 4 anni abbiamo cercato di fare il massimo di ciò che potevamo fare, cercando di vincere ma anche giocando un calcio diverso. Poi nel calcio le cose possono cambiare dalla sera alla mattina ma questo fa piacere.

A giugno un po’ di inserimenti ci saranno perché è giusto così, dobbiamo pensare all’Europeo tra due anni. Quando ci sono sconfitte si analizza più profondamente il perché, vanno analizzate tante cose. Poi nel calcio queste cose possono sempre accadere: ci sono nazionali importanti che non vincono nulla da 60-70 anni, l’Italia da questo punto di vista è più avanti. A volte si esagera anche parlando di motivazioni, ma semplicemente esistono momenti che non devono andare in quel modo.

Cosa posso dare alla squadra? Sul gioco non lo so, dipende anche dalle caratteristiche dei giocatori. Mi sento di restare perché sono ancora giovane: volevo vincere un Europeo e un Mondiale, quindi per il Mondiale devo aspettare un attimo. Mi piace questo lavoro e coi ragazzi voglio riorganizzare qualcosa di importante. A parte la delusione, il resto va avanti”.

 

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