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Mario Rui, quel “troppo basso” ormai padrone della fascia sinistra

Mario Rui

Mario Rui ha preso possesso della fascia sinistra senza subire il contraccolpo psicologico del nuovo infortunio di Ghoulam.

 

 

Poteva essere un cataclisma. Poteva esserlo davvero. L’infortunio di Ghoulam alla vigilia di una partita così importante come quella contro la Lazio poteva avere ripercussioni psicologiche importanti ancora prima che tecnico-tattiche. Da una parte, perché l’algerino era ormai pronto al rientro in Europa League ed è stato incoronato da molti come il miglior terzino sinistro del campionato, quindi fondamentale per questa volata finale di campionato. Dall’altra perché il Napoli è più di una squadra, un gruppo unito, i giocatori mostrano di essere ormai una vera e propria famiglia e perdere un membro in modo così beffardo può letteralmente buttarti giù. Al gruppo, così come al singolo. Impossibile da comprendere cosa dev’essere passato per la testa di Mario Rui, la pressione che dev’essersi sentito addosso in quel momento, oltre ovviamente al dispiacere per il compagno. Napoli-Lazio è stata la sua partita per tutti questi motivi ed il portoghese ha fatto l’unica cosa che si sperava facesse: una grande partita.

Tre minuti. Ecco quanto aveva giocato Mario Rui prima dell’infortunio di Ghoulam, tre minuti contro il Cagliari l’1 ottobre, poi più niente. Del resto, il terzino algerino stava spazzando letteralmente via ogni tipo di resistenza su ogni campo di Serie A sulla fascia sinistra, come privarsene? Poi, 1 novembre, nella partita di Champions contro il Manchester City, Gholam si rompe. E Mario Rui viene buttato nella mischia apparentemente senza patentino per guidare in un circuito dove tutti corrono spediti. Troppo basso, non ha la corsa di Faouzi, in tanti gli imputano colpe che non ha, ma le voci iniziano a scemare dopo il colpo di tacco di Donetsk, casomai non bastassero i suoi recuperi palla, le sue coperture preventive ed una tecnica che lo rende, sì, certamente meno aggressivo di Ghoulam, ma decisamente utile in fase di gestione e ripartenza.

Ci mette un mese per acquistare la forma fisica necessaria a stare in campo 90′, ma le prime tre partite sono di rodaggio e si vede. Mario Rui ha visto incrementare non solo l’utilizzo in campo ma anche il rendimento, diventando sempre più importante prima ancora nelle geometrie che negli affondi, più nei recuperi che nell’impostazione offensiva. “Sta crescendo enormemente”, ha detto Sarri alla fine di Napoli-Lazio, partita dove ha trovato anche il primo gol stagionale, “veniva da una stagione in cui aveva giocato solo due gare, aveva bisogno di continuità. E’ forte, molto attento in difesa, ha qualità tecniche importanti ma non ha la spinta di Ghoulam”. E non è un caso se la media-gol subiti con il portoghese in campo sia addirittura inferiore rispetto a quella degli azzurri con Ghoulam in campo: 8 gol presi fino all’undicesima giornata con l’algerino (media: 0.72), 7 con Mario Rui nello stesso numero di gare (0.63). Testa bassa e pedalare, la filosofia che ha fatto di Mario Rui, da oggetto misterioso e criticato in partenza, un degno sostituto di uno dei migliori terzini attualmente in circolazione.

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