Focus

Il compleanno di Mazzone, tanti auguri mito “de noantri”!

Una vita nel calcio sul campo e in panchina, il mister nato a Trastevere festeggia quest’oggi 81 anni.

Parlare in poche righe di Carlo Mazzone, per gli amici “Carletto“, è cosa troppo difficile. Il tecnico romano si è conquistato anno dopo anno la stima ed il rispetto di tutti i tifosi italiani, anche senza nessun trofeo di prestigio. Niente schemi spettacolari, nè dichiarazioni mediatiche e studiate da primadonna, Mazzone è l’esempio lampante di quel calcio che non c’è più: cuore e sentimento, passione e sudore, spontaneità e dedizione.

Una vita sui campi da calcio, prima da calciatore con una discreta carriera e poi da allenatore, il mito di Mazzone nasce proprio nel momento in cui si siede su una panchina. Ad Ascoli, dove tutt’ora vive, è un mito vero e proprio: ad inizio carriera in 5 stagioni salvò la squadra dalla Serie D e la portò in Serie A con tanto di salvezza, poi tornò anni dopo e risalvò i bianconeri in massima serie ma stavolta per ben 4 campionati consecutivi.
Tantissime le squadre allenate oltre i marchigiani: Fiorentina, Catanzaro, Bologna, Lecce, Pescara, Cagliari fino ad arrivare alla sua amata Roma nell’estate del 1993.

Nei tre anni in giallorosso lanciò un certo Francesco Totti, divenne idolo della Curva Sud e riportò i capitolini in Europa. Terminata l’esperienza con la su Roma, tornò a Cagliari e poi giunse al Napoli nell’annata sfortunatissima della retrocessione del 1997/98. Allenò gli azzurri soltanto per sei gare, da subentrato per poi dimettersi, ma riuscì a far giocare quel derelitto Napoli una gara straordinaria in Coppa Italia contro la super-Lazio dell’epoca: un 3-0 senza storia che per poco non rimontò lo 0-4 subìto all’andata.

Negli anni ultimi della carriera poi è riuscito ad essere decisivo per altri giovani (Pirlo e Toni) e poi a ridare nuova vita a tre talenti del calcio frettolosamente messi da parte: Giuseppe Signori a Bologna e soprattutto Pep Guardiola e Roberto Baggio a Brescia. Col Divin codino in 3 anni il rapporto fu così forte che il calciatore fece inserire un’apposita clausola nel contratto: “se esonerate Mazzone potrò rescindere il contratto in qualsiasi momento“.

Tanti gli episodi extra-calcistici che riguardano il Carletto nazionale. Era solito giustificare nei post-gara la sua irruenza verbale nei 90 minuti con un ipotetico fratello gemello rozzo che prendeva il suo posto in panchina. Famosa e storica poi la corsa verso la curva dell’Atalanta, dopo una rimonta da 1-3 a 3-3 quando allenava il Brescia, per vendicarsi delle offese dei tifosi bergamaschi. Tanti auguri Carletto!

RIPRODUZIONE RISERVATA. Ne è consentito l’uso previa citazione corretta della fonte e dell’autore.

Comments

comments

Ultimi Articoli

To Top