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Milik raccontato dal suo primo allenatore: “Inizialmente era centrocampista”

La carriera di un giocatore inizia sempre da una prima squadra, quella che poi lo ha lanciato nel calcio che conta.

Arek Milik ha iniziato la sua carriera nel Rozwój Katowice quando aveva appena sei anni e per arrivare al campo sportivo prendeva l’autobus.

Chi lo ricorda con molto piacere è il suo primo allenatore: Szlawomir Mogilan, che ai microfoni de Il Mattino ha rilasciato questa intervista: “Ha sempre amato giocare a calcio e lavorare il più possibile per migliorarsi. Da allenatore non ho mai avuto problemi perché è sempre stato molto disponibile e ora siamo grandi amici. Spesso, una volta almeno, lo raggiungo in qualunque posto sono trovi in Europa”.

Il suo amico allenatore gli è stato vicino anche quando ebbe l’infortunio al ginocchio: “Sono stato al suo fianco anche a Villa Stuart quando si è sottoposto all’intervento chirurgico del professor Mariani dopo la rottura del legamento del ginocchio sinistro”.

Poi parla del Napoli: “Una squadra che gioca un calcio bellissimo, uno dei più belli che abbia mai visto. Ma non mi meraviglio. Arek mi ha sempre parlato alla grande di Sarri: “un allenatore favoloso”, mi dice fin dal primo allenamento”.

Non tutti sanno che Milik ha iniziato come centrocampista: “E’ partito da centrocampista perché da piccoli facevo provare tutti in ogni ruolo per farli migliore il più possibile. Con il suo ottimo mancino era partito da esterno sinistro ma l’ho fatto giocare anche a destra per farlo crescere anche nell’uso dell’altro piede. I miei insegnamenti si vedono tutt’ora perché in nazionale gioca alle spalle di Lewandowski o anche da esterno. Sono molto orgoglioso di dove sia arrivato, ma sono convito che il 99% sia merito suo e l’1% è mio”. 

Il legame che ha con la sua terra: “E’ molto legato alla sua terra. Non ha mai dimenticato i suoi amici e le persone che gli sono state accanto nella sua gioventù. Quando è qui viene sempre a vedere le partite dei ragazzini della squadra e ci aiuta per comprare magliette, scarpette e palloni”.

E poi c’è la Nazionale: “Per uno come Arek che ha già diverse presenze con la nazionale maggiore, giocare con l’Under 21 sarebbe stato un passo indietro. E poi meritava un po’ di vacanza: l’anno scorso è stato impegnato per l’Europeo dei grandi fino a luglio. Adesso si deve riposare e pensare a rimettersi in forma dopo l’infortunio. Personalmente credo che il Napoli debba essere la sua priorità, anche più della nazionale Under 21”.

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