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Napoli, dove eravamo? Come Gattuso ha cambiato la squadra e rilanciato gli azzurri

gattuso

In attesa del ritorno in campo del Napoli analizziamo come mister Gattuso ha trasformato la squadra da quando ha sostituito Ancelotti in panchina. 

Martedì 10 dicembre 2019: il Napoli batte il Genk e si qualifica per gli ottavi di finale di Champions League. Ma è anche la serata dell’esonero di Ancelotti sostituito da Gennaro Gattuso che eredita una squadra demotivata, sfiduciata, fisicamente non al top.

Il cambio modulo. Il tecnico calabrese decide subito il cambio modulo in fase di non possesso, passando dal 4-4-1-1 di Ancelotti al 4-3-3, il suo modulo preferito, lo stesso che la squadra ha memorizzato sotto la gestione Sarri. Solo che Sarri aveva in Jorginho una certezza nel ruolo di centrocampista centrale, mentre Gattuso in quel ruolo ha dovuto sperimentare Fabiàn, Allan e Zielinski.

Il Napoli base di Ancelotti

Il primo Napoli di Gattuso

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Gli errori fatali in fase difensiva. In fase di possesso Ancelotti puntava sulla spinta contemporanea dei due esterni difensivi con l’accentramento dei due esterni offensivi. Gattuso invece, un po’ come Sarri, chiede la spinta di un esterno difensivo per volta per avere un maggiore equilibrio difensivo. Inizialmente la novità di Gattuso non ha dato i frutti sperati per i tanti gol presi tra scivolate ed errori individuali clamorosi dei singoli calciatori.

La fase offensiva del Napoli di Ancelotti

La fase offensiva del primo Napoli di Gattuso

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Dal mercato di gennaio la grande svolta. La partenza di Gattuso non è delle più incoraggianti: 4 sconfitte e 1 sola vittoria con la squadra che scende dal 7° all’11° posto in classifica. Di solito toccato il fondo si può solo risalire. Ma per farlo serve una scossa importante. La scossa arriva da Lipsia e si chiama Diego Demme. Gattuso trova in lui il centrocampista centrale bravo a dettare i tempi, a chiudere le linee di passaggio degli avversari e a dare i giusti equilibri in entrambe le fasi.

Con l’arrivo di Demme Gattuso ha poi apportato altri quattro correttivi:

  • baricentro della squadra più basso di circa 10 metri;
  • Ospina preferito a Meret per una maggiore sicurezza che da ai compagni nell’impostazione della manovra dal basso;
  • Fabiàn riportato nel suo ruolo naturale di centrocampista di destra e Zielinski in quello di sinistra;
  • passaggio in fase di non possesso al toccasana 4-1-4-1 e, in fase offensiva, al 2-3-4-1 con la spinta importante degli esterni difensivi.

Il Napoli di Gattuso in fase di non possesso

Il Napoli di Gattuso in fase di possesso palla

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Gattuso ha dimostrato di essere un allenatore preparato oltre a saper instaurare un feeling umano con i calciatori. Non deve quindi sorprendere il rilancio della squadra salita al 6° posto in classifica. Così come non deve sorprendere il promettente cammino in Coppa Italia con la porta ancora inviolata dopo aver eliminato Perugia e Lazio e battuto l’Inter nella semifinale di andata. Soprattutto il Napoli ha messo paura al Barcellona di Messi nell’andata degli ottavi di finale di Champions League.

Al momento dello stop per la pandemia coronavirus il Napoli era la squadra in maggiore crescita, sia dal punto di vista tattico, tecnico, motivazionale e anche fisico.

Se la squadra ancora in lotta su tre fronti dovesse confermare la crescita e la ritrovata fiducia nelle proprie qualità, il Napoli di Gattuso può ancora regalare qualche soddisfazione ai tifosi partenopei.

Già pubblicati.

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