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Napoli, “sotto questo sole”…è ingiusto giocare

Insigne Lecce Napoli

Napoli-Brescia si giocherà domani, alle 12.30. Ancora una partita in condizioni proibitive per gli azzurri, a ridosso della Champions League.

 

 

 

“Ci sono cose che non capisco e a cui nessuno dà la minima importanza”.

Lo cantava Caparezza nel 2011, facendosi (e facendo) domande sulla (ed alla) società moderna. Domande legittime, sugli argomenti più disparati. E, come troppo spesso accade, viene liquidato da una risposta scontata ed inutilmente irritante: “ti fai troppi problemi”.

Vero, magari ci si fa troppi problemi. Soprattutto per quanto riguarda lo sport ed il calcio in generale. Ed il calcio italiano in particolare. E quanto riguarda il Napoli andando a scavare ancora di più attorno all’osso. E’ vero, ci facciamo spesso troppi problemi. Sarebbe molto meglio lasciar perdere tanti motivi di accanimento, di ansia e godersi in pace le partite, no? Sì, sarebbe bello. Ma sarebbe come chiedere alla Luna di sorgere a mezzogiorno. Non si può.

Soprattutto se le “cose” difficili da capire si ripetono nel tempo, andando ad abusare il classico “sbagliare è umano, perseverare è diabolico”. Perché solo una mente diabolica poteva pensare, di nuovo, ad una simile sistemazione delle gare della sesta giornata di Serie A.

Per giustificare questa affermazione, facciamo un passo indietro: 22 settembre, 4^ giornata, Lecce-Napoli. Gli azzurri vincono 4-1 contro i giallorossi neopromossi al termine di una gara dispendiosa, arrivata cinque giorni dopo la vittoria contro il Liverpool in Champions, sotto il sole cocente del Salento alle tre del pomeriggio. Un caldo che ha condizionato la gara di entrambe le squadre, costrette su ritmi lenti per gran parte della partita ed è costato carissimo soprattutto al Lecce, come ha confessato lo stesso Liverani, allenatore dei pugliesi, nella conferenza stampa dopo la sconfitta.

Una follia, quella di non tenere conto delle condizioni atmosferiche in un’epoca in cui le gare vengono spalmate più della Nutella sul pane, riempiendo la settimana a tutte le ore possibili. Ma non si è tenuto conto di questo piccolo problema ambientale.

Ora, sbagliare, come detto, è umano. E probabilmente non ci saremmo fatti alcuna domanda se non fosse che le cose stanno per ripetersi. In una situazione, tra l’altro, con implicazioni ben diverse. Il Napoli giocherà domani (domenica 29) a mezzogiorno e mezza contro il Brescia. A Napoli, alla mezza, sono previsti almeno 26 gradi. Di nuovo, una follia. Ma mentre l’errore di Lecce può essere giustificata da una sana ignoranza (proprio nel senso di ignorare che si gioca in un Settembre ancora caldo, per esempio), cosa porta chi stila i calendari a decidere di far giocare il Napoli (così come il Brescia, per carità), con il sole a perpendicolo sul terreno del San Paolo, con la minaccia di un’altra partita distruttiva, a soli tre giorni dalla Champions League?

Sì, perché il Napoli mercoledì sarà impegnato in Belgio contro il Genk, in una partita già fondamentale per restare in testa al girone e non vanificare l’impresa fatta contro il Liverpool. Senza voler fare confronti con altre squadre, che lasciano un po’ il tempo che trovano ma spesso fanno pensare a male, c’è da fare una seria riflessione: qual è il motivo di una scelta che, onestamente, sembra scellerata? Perché non si tende a tutelare le squadre (tutte le squadre) che giocano la Champions League, in modo che possano dare lustro al campionato italiano in Europa? Perché per la seconda volta al Napoli tocca, stavolta a ridosso della più importante competizione continentale, una partita ad un orario che metterà Ancelotti ed i suoi, così come su sponda Brescia, in condizioni climatiche proibitive?

Che poi magari piove e stiamo parlando del nulla, ma il dubbio resta. Soprattutto visto che i calendari della Champions League sono stati stilati in via definitiva dando tempo a chi di dovere di analizzare ogni eventualità.

Quando le cose si fanno senza criterio e senza curarsi delle conseguenze si chiama incompetenza. A meno che non sia mala fede. Ma preferiamo scartare questa ultima ipotesi. Con grande rammarico, vista l’alternativa.

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