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Premier League senza ad, troppo basso lo stipendio per il nuovo CEO

Premier League
La Premier League prosegue la sua ricerca del nuovo amministratore delegato, dopo l’addio di Richard Scudamore

 

I rifiuti di Susanna Dinnage e di Tim Davie hanno infatti messo sotto pressione la lega inglese, che ora potrebbe alzare la proposta per quanto riguarda lo stipendio per il nuovo CEO.

Lo stipendio fisso di Scudamore si aggirava intorno alle 900mila sterline, con bonus che permettevano di far salire la cifra fino a 2,5 milioni di sterline annui grazie agli accordi sui contratti per i diritti tv nazionali ed internazionali del campionato.

Dopo i rifiuti di Dinnage, dirigente del gruppo Discovery, e di Davie, ad di BBC Studios, ora i principali club hanno chiesto a Bruce Buck (presidente del Chelsea nonché al capo del gruppo di ricerca del nuovo CEO, insieme alla Spencer Stuart, società di headhunting) di rivedere al rialzo le cifre dello stipendio, anche a livello di bonus, per arrivare il più rapidamente possibile a trovare l’erede di Scudamore, che è andato in pensione dopo 19 anni trascorsi nella massima divisione del calcio inglese.

«Nel redigere la prima shortlist dei potenziali candidati abbiamo pensato “Non stanno pagando abbasanza”», le parole di un dirigente di un top team inglese, secondo quanto riportato dal Financial Times.

Un aumento giustificato, secondo alcuni, dal fatto che guidare la Premier League sia paragonabile ad un posto da CEO in una società del FTSE 100 (l’indice azionario delle 100 società più capitalizzate nella Borsa di Londra) o ad un posto da commissioner in una lega sportiva statunitense.

La media per un alto dirigente del FTSE 100 nel 2017 era di 3,93 milioni di sterline, mentre il commissioner della NFL Roger Goodell ha firmato nel 2017 un rinnovo di contratto da 200 milioni complessivi in 5 anni (compresi bonus).

Fonte: calcioefinanza.it

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