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Quando gli addii non sono dolorosi

La stagione del Napoli è nel clou. Affidandoci alla mera matematica, i partenopei sono in corsa in tre competizioni. Impugnando invece, più realisticamente, la clava della onestà intellettuale, il Napoli è in corsa per due obiettivi.

Altalenante il campionato del Napoli, fatto i picchi di entusiasmo e crolli depressivi. Ma si guarda avanti, a ciò che ancora è in ballo, a ciò che è quasi perso, ma anche alla prossima stagione.

Da mesi, prematuramente, si parla di addii. Benitez e Callejon su tutti. Probabilmente sarà così. O forse no.

In ogni caso, gli addii non devono spaventate i tifosi partenopei.

Non dimentichiamo che il dopo Mazzarri (ottimo il rendimento del Napoli guidato dal tecnico di San Vincenzo), sembrava molto difficoltoso. E come dimenticare quanto incolmabile sembrasse il vuoto lasciato da Edinson Cavani? Eppure sia Benitez che Higuain, non hanno minimamente fatto rimpiangere i predecessori.

Ma anche allontanandoci da casa Napoli abbiamo esempi clamorosi (forse ancor di più) di addii per niente dolorosi: il Torino di Giampiero Ventura, senza Cerci ed Immobile (trascinatori assoluti la scorsa stagione), hanno ottenuto in campionato (pur giocando l’Europa League), tre punti in più in classifica rispetto a un anno fa dopo 29 giornate.

Accanto alla parola “equilibrio”, dunque, che non va abbandonata, accostiamoci un termine nuovo: fiducia. I conti si fanno alla fine.

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