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Restituire al campo il ruolo di giudice: Il Pallone d’Oro e l’ingiustizia Iniesta

Negli ultimi otto anni hanno vinto il trofeo solo Ronaldo e Messi, ma sui verdetti quanto hanno influito gli sponsor e quanto il campo? Dal 2008 al 2015 la sfida del Pallone d’Oro ha visto Messi battere Cristiano Ronaldo 5-3. Ma è davvero tutto oro quel che luccica su quel pallone? 

Sembrerebbe proprio di no e in tanti pensano che siano più gli sponsor ad assegnare il trofeo e non quanto accade sui campi di gioco. Non si spiegherebbe altrimenti come mai un calciatore del livello di Iniesta, ancora non vede il proprio nome iscritto nell’albo d’oro del trofeo.

Andreas Iniesta Lujan, 32enne centrocampista del Barcellona e della nazionale spagnola, è una delizia per gli occhi di chi ama il gioco del calcio. Un rendimento sempre costante per qualità e intensità, giocate sublimi, assist perfetti per i compagni di squadra, Messi compreso, gol importanti come quello segnato nella finale dei mondiali vinti dalla Spagna contro l’Olanda in Sudafrica nel 2010.

Già Iniesta ha vinto i mondiali, competizione che nè Cristiano Ronaldo nè Messi hanno vinto mai. Anzi come loro e più di loro Iniesta ha vinto competizioni nazionali e internazionali, sia con il Barcellona che con la Spagna. Con la nazionale, oltre il mondiale, anche due trionfi Europei consecutivi.

In Francia è forse l’unico vero fuoriclasse visto all’opera in queste prime partite degli Europei, al contrario della grande delusione chiamata Ronaldo. Eppure Iniesta è sempre lontano dal contendere il trofeo a Messi e Ronaldo.

Se si dovesse restituire al campo il ruolo di giudice quasi sicuramente Iniesta “il prestigiatore”, “l’illusionista”, entrerebbe nell’Olimpo del calcio da “non attaccante”, come già successo ad esempio ad altri centrocampisti quali Matthaus, Sammer e Nedved, difensori quali Cannavaro e Beckenbauer, portieri quale Yashin.

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