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Sarri: “Lazio una società che mi permette di fare il lavoro che piace a me”

juventus sarri

Maurizio Sarri, nuovo allenatore della Lazio, si è presentato ai giornalisti nella sua prima conferenza stampa biancoceleste.

 

Cosa può dare Felipe Anderson?
“Se non ci avessi creduto, mi sarei opposto al suo acquisto. Alla Lazio ha fatto sette/otto mesi da grande giocatore, sembrava uno da Barcellona o Real Madrid. Il suo problema è sempre stato la conctinuità, è compito suo e anche compito nostro metterlo nelle condizioni di essere più continuo. Si parla di un giocatore con delle potenzialità feroci”.
Si può dire che la Lazio è più adatta a lei rispetto alla Juve? Cosa può dirci di Luis Alberto?
“I club sono entità astratte. Parlare di Lazio o Juve è difficile. Io penso che al momento la Lazio sia adatta a me, poi dipenderà dal percorso. Io con le squadre nuove inizialmente ho fatto fatica, ma quando vuoi far passare un certo tipo di calcio è inevitabile. Si tratta di una attuazione di una filosofia. Io sono convinto che alla fine del percorso, o almeno lo spero, vedremo il calcio che piace a me e che la sera mi fa andare a casa contento anche al di là del risultato. Il mio obiettivo è questo. L’ho detto anche ai ragazzi, dobbiamo divertirci. Quando una squadra si diverte parte tutto dall’allenatore. Poi si divertono anche quelli che guardano e a differenza dei luoghi comuni secondo cui per vincere si può anche giocare male, io non ci credo. Luis Alberto non ha risposto a una convocazione, quindi è un problema societario. Dal punto di vista morale, sto aspettando che arrivi e che parli con me e con i compagni e che ci convinca di quello che ha fatto. Se ci convince, il problema scompare, altrimenti dovrà chiederci scusa”.
Vuole dire qualcosa sulle critiche a Immobile?
“Sta parlando già Mancini, mettendolo dentro in ogni partita. Vuol dire che è contento di quello che vede. Gli sta mancando il gol, ma credo che non faccia mancare nient’altro. L’augurio è che faccia il gol più importante. Ma da quello che ho visto io, sono estremamente tranquillo. Le valutazioni giornalistiche poi dipendono da altro”.
Quanto tempo pensa di avere bisogno per costruire la sua Lazio e quali rinforzi ci vogliono?
“Il tempo è sempre relativo. A Empoli eravamo ultimi, a Napoli avevamo fatto pochi punti all’inizio e poi abbiamo iniziato a vincere continuamente. Al Chelsea mi è successo i contrario. Alla Juve è stato un percorso difficile, anche se poi abbiamo vinto il campionato. Penso sempre che bisogna guardare sul lungo periodo. Vediamo come potremo cercare di limitare le difficioltà che inevitabilmente arriveranno in questa prima stagione. Con il direttore abbiamo fatto insieme una lista di ruoli di cui abbiamo bisogno per fare un tipo di calcio differente. Non abbiamo parlato di giocatori. Il mercato è difficile, non solo per noi ma quasi per tutti, forse solo alcuni club inglesi possono fare un mercato importante. Chiaramente mi piacerebbe partire domattina con la lista dei miei 24 giocatori definitivi, ma questo è praticamente impossibile. Dobbiamo essere pronti a soluzioni diverse”.
In che momento della sua carriera arriva alla Lazio?
“In un momento in cui avevo bisogno di questo, di una società con delle caratteristiche che mi permette di fare il lavoro che piace a me”.
Mourinho ha citato Marco Aurelio, lei chi citerà immaginando la sua Lazio?
“Io questo dualismo con Mourinho non riesco a vederlo. L’ho conosciuto ed è un grande personaggio, mi sta simpatico. Poi ha vinto più di me, quindi ha un pedigree più elevato del mio. Nel derby noi faremo non di tutto, ma di più per vincere. Al momento non ho grandi citazioni da fare: citerò più me stesso che altri personaggi. Vorrei vedere la squadra che ha un grande spirito di sacrificio durante la settimana per poi comandare le partite la domenica. Vorrei vedere questo e credo che ci sono i presupposti. Il primo motivo per cui sono qui è di carattere personale, perché ho visto che in questa società posso esprimere ciò che mi piace. Poi, il secondo motivo, è che ci sono i presupposti per giocare il calcio che voglio”.

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