Scuola di Giornalismo Sportivo

Scuola di giornalismo. Analisi di alcune sfide dei mondiali

I partecipanti al corso di giornalismo sportivo diretto da Paolo Del Genio hanno analizzato alcune sfide del mondiale.  Gianfranco Zanfardino

Il match tra Argentina e Bosnia ha inaugurato,allo stadio Maracanà di Rio, il girone F di Brasile 2014. Pronti via,punizione per l’Argentina dalla sinistra dell’area di rigore bosniaca. Batte Messi,spizzata di Rojo, e palla che carambola sul corpo di Kolasinac terminando la sua corsa in rete. Un infortunio che regala il vantaggio all’albiceleste dopo appena due minuti. Il parziale però non agevola il compito agli uomini di Sabella, che faticano nel costruire gioco e nel trovare spazi,peraltro ben coperti dalla formazione schierata dal ct Susic. L’inedito 3-5-2 argentino non riesce nell’intento di scardinare il collaudato 4-2-3-1 slavo. Un lancio di Misimovic per Hajrovic anticipato da Romero in prossimità della porta subito dopo lo stop,un tiro centrale di Mascherano e un colpo di testa di Lulic su angolo che mette alla prova i riflessi dell’estremo difensore sudamericano, sono le uniche azioni degne di nota nel primo tempo. Nella ripresa il ct della selecciòn decide di dare una sterzata alla gara. Fuori dal primo minuto H.Campagnaro e M.Rodriguez,dentro Higuaìn e F.Gago. Il 4-3-3 permette alla squadra di giocare più in scioltezza e di ritrovare fiducia. Intorno al ventesimo Messi parte palla al piede dal cerchio di centrocampo,scambia con Higuaìn, sfrutta una sua sponda e ritorna in possesso della sfera per poi saltare un avverario e sfoderare un tiro a giro magistrale che batte Begovic dopo aver colpito il palo alla sua destra. E’ il 2-0. Nei minuti successivi l’Argentina gestisce, ma non concretizza diverse ripartenze. La Bosnia non molla e nel finale accorcia le distanze con Ibisevic,che su verticalizzazione di Lulic, prende alle spalle Fernandez e fa passare tra le gambe di Romero un pallone che si deposita lentamente in fondo al sacco. La sfida si conclude sul 2-1. Tre punti fondamentali per Messi e compagni,ma la prestazione non convince e lascia più di un dubbio sulla reale forza di questo gruppo.

Michele De Luca

Spagna e Olanda cominciano la loro avventura mondiale proprio come l’avevano interrotta: una contro l’altra. Dalla finale del FNB Stadium di Johannesburg all’Arena Fonte Nova di Salvador De Bahia. Un viaggio lungo 7063 km, durato 1433 giorni. In Sudafrica vinsero gli spagnoli con gol di Iniesta. In Brasile è riscatto: 1-5 per gli olandesi. Campioni del mondo in carica umiliati.

PRIMO TEMPO – La prima frazione di gioco è equilibrata. La Spagna tiene il possesso palla. L’Olanda resta corta, cerca di pressare alto. Al vantaggio di Xabi Alonso su rigore, fallo di Vlaar su Diego Costa, risponde Van Persie, spettacolare colpo di testa in tuffo su assist di Blind. Nel mezzo occasioni per Sneijder e Silva che, liberati davanti al portiere, si fanno ipnotizzare, rispettivamente, da Casillas e da Cillessen. Le due squadre vanno al riposo sul risultato di 1-1.

URAGANO ORANJE – La ripresa è un assolo dell’Olanda. Gli uomini di Van Gaal sovrastano gli avversari. La Spagna scompare dal campo, non oppone alcuna resistenza. Il parziale è netto: 0-4. Segnano Robben su assist dell’inesauribile Blind. De Vrij con un colpo di testa dopo una punizione di Sneijder. Ancora Van Persie che approfitta di un clamoroso errore di Casillas. Chiude Robben che, dopo uno scatto in cui tocca i 31 km/h, trafigge di sinistro l’ormai stordita difesa spagnola.

FUTURO – I mondiali non concedono pause. Non c’è tempo per festeggiamenti e recriminazioni. Fra pochi giorni le due compagini scenderanno di nuovo in campo. Gli olandesi (contro l’Australia) per chiudere il discorso qualificazione. Gli spagnoli (contro il Cile) per restare aggrappati a questo torneo. Uscire al primo turno, per gli uomini di Del Bosque, sarebbe intollerabile.

Valerio Intermoia

La Germania distrugge il Portogallo nell’esordio Mondiale all’Arena Fonte Nova di Salvador. 4-0 il risultato finale che rispecchia l’andamento della gara, dominata in lungo e in largo dai tedeschi anche grazie ad una prestazione disastrosa dei portoghesi. La Germania è schierata con un 4-3-3 che vede Oezil come uomo più avanzato e Klose in panchina per scelta tecnica. L’unica assenza forzata importante è quella di Reus che salterà tutta la manifestazione a causa di un brutto infortunio occorsogli pochi giorni fa. Al suo posto è stato convocato il difensore sampdoriano Mustafi. Gli uomini di Loew partono subito forte e sfiorano il vantaggio con Khedira dopo un rinvio sbagliato di Rui Patricio. Il Portogallo riesce a rispondere con una bella discesa sulla fascia di Cristiano Ronaldo. Questa è una delle poche azioni degne di nota da parte della squadra di Paulo Bento. Persino il Pallone d’Oro in carica dopo un inizio in cui sembrava predicare nel deserto con una scarsa collaborazione dei compagni (ad esempio prova molto negativa di Hugo Almeida, uscito dopo pochi minuti per infortunio muscolare ma in campo tanto quanto basta per vanificare le poche occasioni da gol della sua squadra) si conforma al resto della squadra fornendo una prestazione mediocre. La Germania trova il gol del vantaggio al 10’ su calcio di rigore concesso per un fallo di Joao Pereira su Goetze trasformato da Thomas Mueller. I portoghesi non reagiscono come dovrebbero e si fanno vedere dalle parti di Neuer solo al 25’ con un bel tiro di Nani che si spegne oltre la traversa. Al 30’ ottima azione della Germania che va vicina al raddoppio con un tiro di Goetze su passaggio di Oezil. Raddoppio che arriva due minuti più tardi con un imperioso stacco di testa da parte di Hummels su assist da calcio d’angolo di Toni Kroos. Niente da fare per il portiere. Al 37’ uno degli episodi chiave della partita, Pepe pressato da Mueller rischia il dribbling davanti alla propria area di rigore e colpisce il tedesco allargando il braccio più del dovuto. L’attaccante del Bayern Monaco si cimenta in una sceneggiata che fa arrabbiare il difensore portoghese, già noto per la personalità turbolenta all’interno del rettangolo di gioco, che va a dirgli due paroline faccia a faccia accusandolo di aver accentuato il contatto. Cartellino rosso per Pepe, che probabilmente in questo caso paga la sua pessima reputazione dato che un giallo sarebbe stato sufficiente per il fallo compiuto. Portoghesi in 10 e partita che si fa ancora più dura. Nel recupero della prima frazione di gioco Mueller trova il gol del 3-0 dopo un rimpallo su Bruno Alves in area di rigore. Sotto gli occhi della cancelliera Merkel, la centesima partita dei tedeschi ai Mondiali si avvia verso un secondo tempo tranquillo con la vittoria già in tasca. La Germania continua a macinare gioco e a creare occasioni tra cui una gettata al vento da Oezil che non riesce a battere Rui Patricio da pochi passi. Loew riesce anche a far riposare alcuni elementi chiave dei suoi come Oezil che viene sostituito da Schuerrle al 63’ e Hummels, rilevato da Mustafi dieci minuti più tardi. Al 78’ Mueller sfrutta un’incertezza del portiere portoghese e realizza la rete del 4-0. Tripletta per il giovane attaccante, già capocannoniere dei Mondiali 2010, che conferma la tendenza a dare il meglio di sé in questa manifestazione. La partita termina così, vittoria importante per la Germania, alla settima affermazione consecutiva all’esordio in un Campionato del Mondo. I tedeschi ci sono, come sempre, e quest’anno vogliono tornare a vincere un trofeo che manca dall’Europeo del 1996.

Mauro Guerrera 

Debutto vincente. Nella partita di esordio del mondiale, la Svizzera batte 2-1 l’Ecuador. Momentaneo 1-1 grazie ai gol in fotocopia di Enner Valencia per l’Ecuador e di Mehmedi per la Svizzera. La vittoria arriva solo nell’ultimo minuto di recupero del secondo tempo, con Seferovic, dopo una caparbia azione di Behrami.

Vince ma non convince. L’importante era vincere, ma la Svizzera vista contro l’Ecuador non convince. Mister Hitzfeld ha provato a superare l’Ecuador con continui cambi di modulo, raccogliendo solo i frutti di una manovra lenta, confusa e senza fantasia. L’allenatore svizzero ha però indovinato i cambi. Proprio i due nuovi entrati, hanno permesso di rimontare il momentaneo vantaggio dell’Ecuador. La formazione schierata nel secondo tempo, dovrebbe essere il punto di partenza per preparare la decisiva sfida di venerdì contro la Francia.

Gli svizzeri “napoletani”. I napoletani hanno seguito il debutto mondiale della Svizzera con grande curiosità. Sono ben tre i giocatori del Napoli nelle rosa. Contro l’Ecuador solo panchina per Dzemaili. Inler è stato protagonista di una prova appena sufficiente, coronata però dall’emozione di indossare la fascia di capitano della sua nazionale. Sottotono Behrami, che è riuscito a riscattare una prova deludente e ricca di errori, con l’azione che ha portato al gol vittoria.

 

Lite Behrami-Inler. La vigilia del debutto della Svizzera è stata turbata da una nuova lite tra Behrami ed Inler. Secondo quanto riportato da fonti attendibili, i due centrocampisti del Napoli hanno litigato durante l’allenamento prima della partita. Solo l’intervento dell’allenatore Hitzfeld ha riportato la calma e la “momentanea” pace tra i due.

 


Marco Salvadori

 

Tris dei colombiani di Pekerman nella loro gara d’esordio contro gli ellenici.

Un match con tanti ˮitalianiˮ quello che si è giocato allo stadio Mineirao di Belo Horizonte in cui la Colombia ha battuto nella sua gara d’esordio del Mondiale per 3 a 0 la Grecia allenata dal portoghese Santos. I sudamericani ora sono in testa al girone C insieme alla Costa d’Avorio che nell’altra gara del girone ha sconfitto il Giappone per 2 a 1. Tra i migliori Pablo Armero, attualmente in prestito al West Ham ma di proprietà del Napoli, autore dell’1 a 0, il viola Juan Cuadrado, autore di assist, e il centravanti Teofilo Gutierrez, che ha firmato la rete del 2 a 0 e che non ha fatto rimpiangere l’assente illustre Radamel Falcao, costretto a seguire i suoi connazionali dalla tribuna e fuori causa per infortunio per tutta la kermesse iridata. Il migliore in campo è stato il centrocampista del Monaco James Rodriguez, a segno allo scadere dei 90 minuti e artefice di una grande gara. Sei gli “italiani” in campo fra le fila dei sudamericani: oltre a Cuadrado e Armero, spazio a Zuniga, Zapata, Yepes e Ibarbo. Nei greci fra i protagonisti il portiere Karnezis (di proprietà dell’Udinese), Torosidis, Kone, la vecchia conoscenza Papastathopoulos e Fetfatzidis, entrato in campo nella ripresa. Partenza fulminante della Colombia che al 5’ è già in vantaggio: Cuadrado supera il suo controllore sulla destra, palla in mezzo, velo di James Rodriguez e arriva Armero che incrocia trovando il secondo palo. Per l’esterno colombiano seconda rete in Nazionale in 53 gare.Gara non entusiasmante con la squadra di Santos che si affaccia all’area sudamericana solo su calcio piazzato, con Torosidis bravo, al 28′, a svettare in area, meno a indirizzare la sfera. Squadre attente a discapito dello spettacolo con la frazione che si trascina senza grande emozioni sino al 45′, quando Kone, su una palla vagante, indirizza un pallone a girare su cui il portiere Ospina si inventa una grande risposta.Nella ripresa la Colombia controlla agevolmente trovando il raddoppio al 58′. Corner per i colombiani e in area da due passi è Gutierrez a raddoppiare sul prolungamento di Aguilar. Grecia povera di qualità, ma anche sfortunata quando al 62′ Gekas,che verrà poi sostituito da Mitroglou,da pochi passi centra in pieno la traversa. Si tratta, però solo di un sussulto, in un secondo tempo in cui la Colombia appare in pieno controllo con gli ellenici troppo passivi.La Colombia al 93’ nel finale trova il 3 a 0 con James Rodriguez a conclusione di una bella azione.I sudamericani confermano quindi di essere,nonostante la defezione di Falcao,una formazione temibile da cui tutti dovranno guardarsi mentre i greci appaiono francamente i più deboli del girone.

Luca Salvadori

Sabato 14 giugno 2014 allo stadio Estádio Castelão di Fortaleza si è giocata la prima partita del girone D dei mondiali di calcio in Brasile: Uruguay-Costa Rica finita con i risultato di 1-3. La Costa Rica ha sorpreso tutti rimontando il vantaggio dell’Uruguay, ottenuto al 22º del primo tempo grazie un rigore trasformato dall’ex ariete del Napoli Edinson Cavani. I Ticos provano da subito a reagire e Campbell sfiora il palo con un tiro dalla lunga distanza. Successivamente altra palla gol per il Costa Rica alla mezz’ora, ma Gonzalez colpisce l’esterno della rete. Sul finire del primo tempo nonostante le numerose occasioni per il Costa Rica, si va al riposo con il risultato di vantaggio a favore degli undici di Tabarez. Inizia la ripresa e dopo 10 minuti, Gamboa serve in mezzo per Campbell che firma il pareggio. L’attaccante ha raramente perso la palla e ha saputo dettare i tempi alla squadra conquistando importanti punizioni. Assoluto protagonista della gara si propone come una delle stelle di questo Mondiale. Passano tre minuti ed è la volta di Duarte, che si tuffa e con un colpo di testa ad incrociare batte ancora una volta Muslera. Cinque minuti più tardi è ancora Campbell che sfiora il vantaggio con un tiro da 30 metri. L’Uruguay è ormai alle strette e all’84º minuto Urena parte in contropiede, sigla il terzo e defintivo sigillo che permette così agli uomini di Pinto di portare a casa i primi tre punti in questo girone di qualificazione. L’Uruguay non ha attenuanti se non quella di avere dovuto lasciare Suarez in panchina per i postumi di un infortunio al ginocchio. Per il resto poco o nulla. Forlan è l’ombra di se stesso. Cavani ha solo segnato il rigore e Rios troppo compassato a centrocampo è stato travolto dal ritmo dell’avversario. Nella ripresa in campo si è visto solo la Costa Rica, a conferma del fatto che la preparazione atletica giocherà un ruolo decisivo nel rendimento delle 24 squadre partecipanti.

Alessandro De Mattia 

QUESTIONE SOCIALE: Tra tante polemiche e proteste ha avuto inizio il mondiale brasiliano. La massima competizione nazionale non è stata accolta come ci si aspettava. L’enorme spreco di denaro pubblico per la creazione e la ristrutturazione degli stadi brasiliani ha provocato un forte malcontento tra la maggior parte della popolazione che vive sotto la soglia della povertà.

 Il calcio giocato è quindi passato in secondo piano fino al calcio d’inizio della partita inaugurale Brasile-Croazia.

IL MATCH: I verdeoro partono naturalmente come i favoriti per la vittoria del campionato del mondo. Eppure durante il match solo a sprazzi sono stati capaci di esprimere quel calcio offensivo spettacolare che ha da sempre contraddistinto la seleçào.

La nazionale guidata da Felipe Scolari ha dovuto anche recuperare lo svantaggio provocato da un autogol di Marcelo nel primo tempo.

Solo grazie ad una doppietta di Neymar con un rigore generoso concesso dall’arbitro ed un gol di Oscar, i penta campioni sono stati capaci di ribaltare il risultato contro un Croazia ben organizzata e ben messa in campo.

L’ INCUBO “MARACANAZO”: Il Brasile deve ritrovare il suo gioco oltre ad una maggiore freschezza atletica per cercare di non deludere le aspettative della sua gente ed evitare di rivivere il “dramma” del mondiale del 1950. In quel campionato del mondo il Brasile perse in finale contro l’ Uruguay. Quell’incontro è stato definito “Maracanazo” e in Brasile venne addirittura proclamato il lutto nazionale.

 

 

 

 

 

 

 

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