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Silenzio-stampa, un’abitudine del Napoli di De Laurentiis

Lo stop alle dichiarazioni deciso quest’oggi non è affatto cosa insolita per la società partenopea.

Un pò a sorpresa, ma neanche troppo, il Napoli ha deciso nuovamente di “lucchettare” le dichiarazioni dei propri tesserati dopo la brutta sconfitta di Madrid, con annesse dichiarazioni di Aurelio De Laurentiis ai microfoni di Premium. Un vero “amore” fra il Napoli e il silenzio-stampa che trova numerosi periodi di “sentimento” e in varie forme nelle ultime annate.

Tralasciando l’inizio di questa stagione, con un Napoli “muto” da metà ritiro fino alla prima di campionato (ma non ufficialmente in “silenzio”), c’è da ricordare lo stop alle dichiarazioni dello scorso anno. Dopo la sconfitta di Udine, che tolse definitivamente le speranze di scudetto, i tesserati partenopei non rilasciarono dichiarazione per oltre un mese fino al pre-gara di Torino, decisivo in chiave-Champions con la Roma alle calcagne. 3 vittorie e 2 sconfitte (di cui lo scontro diretto coi giallorossi), il “bottino” della squadra durante il silenzio.

Molto più lungo, seppur intervallato dall’obbligo dell’Uefa di parlare per le gare di Europa League, il silenzio-stampa datato 2015 quando in panchina c’era Rafael Benítez. Un silenzio durato circa 2 mesi, dalla sconfitta di Roma fino all’anteprima dell’ultima gara con la Lazio, che diventò per l’occasione anche il saluto ufficiale al pluripremiato tecnico spagnolo. Lo score, comprensivo di uno splendido cammino di Europa League terminato ad un passo dalla finale, fu di 6 vittorie, 3 pareggi e 4 sconfitte.

Non mancano all’appello anche silenzi ai tempi di Mazzarri e Reja. Il Napoli negli anni è sempre più un habituè del silenzio mediatico, paradossalmente proprio quando la mediaticità è sempre più qualcosa di fondamentale.

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