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Sott’ E ‘Ngopp: Sarri alla Juventus, la fine di un mito e l’ennesima vittoria del capitalismo

Sarri Juve

Sarri è ufficialmente il nuovo allenatore della Juventus. Ecco le possibili considerazioni alla luce della scelta dell’ex rivoluzionario

CAPITALISTA: L’arrivo di Sarri alla Juve è un colpo di scena grandioso quanto amaro; probabilmente la pietra tombale su un certo modo di intendere il calcio, che oramai è business puro, e che non ha più niente a che fare con le “bandiere” e con l’amore incondizionato verso i propri ideali. Qualcuno potrebbe definirla l’ennesima vittoria del capitalismo, che compra anche il capo della rivoluzione, eleggendolo e schierandolo dalla propria parte.

LA FINE DI UN MITO: Non ci sono dubbi sul fatto che Sarri ami Napoli e si senta napoletano. Proprio per questo, l’approdo a Vinovo potrebbe essere definito un tradimento peggiore di quello di Higuain. Non nei modi, sia chiaro, perché il tecnico che fu in tuta non è passato ai rivali direttamente, né di nascosto. Ma dal punto di vista concettuale, culturale, la figura del comandante si sgretola in mille pezzi, soggiogata dai milioni e dalla cravatta, che ne distruggono il mito e ne sanciscono l’ineluttabile ipocrisia.

AMORE CHE VAI: Maurizio è uno che ci mette la faccia, e le sue dichiarazioni sono chiare: Napoli ti amo, e ti amerò sempre, ma la carriera è un’altra cosa. Perché a 60 anni vivere in un altro paese è stancante. E perché a quell’età bisogna accumulare titoli per cercare di infilarsi nella storia, un posto che Sarri sicuramente merita. Il problema è che da questa stagione, pur non dimenticando il glorioso passato, l’amore di Sarri non sarà più ricambiato dai napoletani. Ed è giusto così. Ognuno ha una scelta, i professionisti come i tifosi.

 

DIVERTIMENTO: L’ultimo anno ha sancito un distacco emotivo dei tifosi, probabilmente non solo del Napoli, in virtù di un campionato e di un possesso del calcio in Italia non più in discussione. Sarà quindi divertente, in fin dei conti, osservare come interagiranno due universi così diversi come quello di Sarri e della Juventus, osservando con un pizzico di superficialità in più un mondo che oramai di passionale ed identitario ha ben poco da offrire.

DECISIONI: Sarri, bisogna ricordarlo, non ha lasciato Napoli solo di sua spontanea volontà. Il piano organizzato per portare Ancelotti sulla panchina azzurra era in piedi da mesi, e per spingere il tecnico tosco-napoletano via da Castelvolturno non erano state fornite garanzie sulla permanenza di diversi giocatori fondamentali. Le divergenze sulla valorizzazione dei giocatori e qualche parola fuori posto da ambo le parti sono diventate le basi di una frattura divenuta insanabile. Nonostante ciò, la scelta di diventare parte del palazzo ha poco a che fare col Napoli.

SODDISFAZIONI: Il primo sconfitto rimane Max Allegri, sostituito da quello che per anni è stato il suo incubo. Perde il calcio noioso, mirato solo a vincere e al risultato, e perdono tutti quelli che indicavano Sarri come uno che propinava un futile bel gioco. Il matrimonio bianconero di Sarri ribalta tutto, e smaschera chi era in mala fede e/o di calcio capisce poco. Perché se ti compra la Juventus è più facile per tutti ammettere quello che era palese da tempo.

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