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Da Stia alla Panchina d’oro, l’ascesa di Maurizio Sarri

Il tecnico del Napoli ha vinto la Panchina d’oro a 58 anni compiuti. Il più anziano vincitore del trofeo dopo Gigi Simoni.

Una gavetta lunga anni ma il “normal one“, così come ama definirlo il suo agente Alessandro Pellegrini, sta riscuotendo con gli interessi le soddisfazioni di alto livello nel calcio che conta. Maurizio Sarri ha sbaragliato la concorrenza agguerrita di Allegri e dell’emergente Di Francesco quest’oggi a Coverciano, una Panchina d’oro vinta con merito che fa il paio con quella d’argento (massimo riconoscimento per la Serie B) del 2015.

Una carriera iniziata in panchina nel 1991 a Stia per poi proseguire a Faella, e soprattutto a Cavriglia e Antella dove conquista due promozioni in Eccellenza. Nel 2000 il passaggio alla Sansovino, portata dall’Eccellenza alla C2, con vittoria della Coppa Italia di Serie D. Nel 2003 l’arrivo a San Giovanni Valdarno, con la Sangiovannese portata in C1 e poi ad un buon campionato in terza serie che diventa trampolino per il primo assaggio di “grande calcio“: a Pescara in serie B. Esordio in Coppa Italia contro il Napoli al San Paolo un caldo pomeriggio di agosto, un segno del destino.

Poi il passaggio ad Arezzo, sempre fra i cadetti dove da subentrato ed esonerato – in un’annata travagliata – si toglie la soddisfazione di fermare la super-Juve dei campioni del mondo a Torino (2-2 in rimonta). Si cade per rialzarsi racconta un vecchio “detto” e così dopo il periodo aretino arrivano in serie altre esperienze “tempestose” fra B e LegaPro: Avellino, Verona, Perugia, Grosseto, Alessandria e Sorrento. Esperienze che però diventano forza per la decisiva avventura di Empoli del 2012.

In Toscana Sarri riporta prima i toscani in una finale di Playoff nei cadetti, persa col Livorno, poi conquista la Serie A con merito l’anno successivo con la promozione diretta. Una massima serie mantenuta con bel gioco al terzo anno in Toscana. Il resto è storia nota, l’arrivo al Napoli – inaspettato per molti – il titolo di Campione d’inverno ed il sogno incredibile dello scudetto accarezzato per larga parte della stagione. La storia azzurra è ancora da scrivere con altre pagine più belle, lo speriamo tutti.

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