Rassegna Stampa

Tardelli: “Contrario all’algoritmo e ai play-off, l’Assocalciatiori è diventato un centro di potere”

IL centrocampista campione del mondo nel 1982 Marco Tardelli ha rilasciato un’intervista che è possibile leggere in versione integrale sul “Corriere della Sera” oggi in edicola e della quale vi proponiamo un breve estratto.

“Chi ama il calcio è contento che stia per riaccendersi. I tedeschi hanno studiato come fare e subito l’hanno messo in pratica. Noi, invece, abbiamo perso tempo a litigare e non abbiamo offerto un bello spettacolo, soprattutto all’estero. Ora per fortuna si ricomincia e cerchiamo di godercelo.

Le cinque sostituzioni sono una bella idea: una responsabilità per gli allenatori che avranno la possibilità di incidere più del solito. Spesso saranno decisivi.

Sono favorevole al risultato sul campo e non all’algoritmo. E non mi piacciono neppure playoff e playout.

Candidato alla presidenza dell’Assocalciatori? Non sono ancora candidato, lo ero prima del coronavirus, ma adesso devo ripresentarmi alla prossima assemblea. Lo faccio perché credo che l’Aic in questi anni abbia commesso parecchi errori. Ha rinunciato a fare sindacato, più impegnato a fare politica che a tutelare gli interessi di chi ha bisogno. Io non voglio governare i calciatori, voglio aiutarli.

Quella di non giocare alle 16:30 è stata una battaglia sbagliata. Ma si è parlato più di questa storia che di altre importanti come i contratti in scadenza. Un argomento scottante che andava risolto per tempo. E invece non è ancora stato fatto con tutte le incertezze del caso. Mi sembra che i calciatori siano stati un po’ isolati e lasciati soli.

L’AIC (Associazione Italiana Calciatori n.d.r.) è diventato un centro di potere, pieno di cose che non mi piacciono, clientele e parentopoli, con una gestione opaca e poco trasparente. Senza contare che ha perso contatto con il territorio.

Sono pronto a fare una battaglia per il professionismo femminile. Non basta dire che le donne devono avere gli stessi diritti e tutele degli uomini. Bisogna creare le condizioni perché il movimento femminile sia pronto ad accogliere il professionismo.

L’Associazione ha da sola le risorse per aiutare il calcio di base e i più deboli. Però i soldi deve gestirli in maniera diversa. È giusto fare degli investimenti immobiliari e patrimonializzare l’Associazione, ma in certi momenti sarebbe meglio avere un palazzo in meno e usare le risorse per dare cento stipendi in più».

Il taglio degli stipendi è stato gestito male. Alla fine ognuno è andato in ordine sparso. E invece l’Aic doveva seguirlo per tutti.

La favorita per lo scudetto? La Juventus è più forte perché ha una rosa più forte. Ma la Lazio è una bellezza e sino adesso ha giocato meglio. Sarà incerto perché si giocano tante partite ravvicinate, senza tifosi e con il caldo. Di sicuro me lo immagino emozionante”.

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