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Unai Emery, “el tricampeón”

Emery

Spesso vicino a diventare l’allenatore del Napoli, Unai Emery, con il suo Arsenal, sarà il prossimo ostacolo che gli azzurri dovranno fronteggiare nella rincorsa al sogno Europa League. 

Originario di Hondarribia, piccolo comune dei Paesi Baschi, situato al confine con la Francia, dopo una modesta carriera da centrocampista, intraprende la strada da allenatore, assumendo la guida tecnica del Lorca, il club in cui ha disputato la sua ultima stagione da calciatore.
Vi trascorre due anni centrando la promozione in Segunda Division e sfiorando, l’anno seguente, quella in Primera Division. Emery viene, dunque, notato ed ingaggiato dall’Almeria, riuscendo, già al primo tentativo, a portare la squadra in massima serie.
In Primera Division, la squadra andalusa si afferma come la vera rivelazione del campionato, chiudendo la stagione all’ottavo posto in classifica, centrando risultati prestigiosi come il 4-1 esterno ai danni del Siviglia, la vittoria in casa del Valencia, lo spettacolare 2-2 contro il Barcellona e il clamoroso successo sul Real Madrid.
Le due ottime stagioni con Lorca ed Almeria gli valgono la vittoria (per due anni di fila) del prestigioso trofeo Miguel Munoz, dedicato al leggendario allenatore del Real Madrid, che premia l’allenatore che più si è distinto tra Primera e Segunda Division. Ma soprattutto, per Emery arriva la prima, grande occasione della sua carriera: il Valencia.
Diventa, a soli 37 anni, il più giovane allenatore della storia del club, con cui, tolta la prima stagione, riesce sempre a centrare la terza posizione in classifica e la conseguente qualificazione diretta alla Champions League, nonostante le illustri cessioni di calciatori chiave quali David Silva, Juan Mata e, soprattutto, David Villa, destinato al Triplete con la maglia del Barcellona.
Nel 2012, però, il Valencia decide di non rinnovare il contratto ed interrompere il rapporto con Emery che, a sorpresa, si accorda con lo Spartak Mosca. L’esperienza in Russia, però, è molto deludente e già a novembre lo spagnolo viene esonerato dopo il pesante 5-1 subito nel derby contro la Dinamo.
Ma il periodo di inattività dura pochissimo e già a gennaio il tecnico basco rientra in pista, per iniziare quella che, finora, è stata la sua migliore esperienza in carriera. Il Siviglia, infatti, sceglie di affidargli la panchina in seguito all’esonero di Michel. La squadra si classifica nona e, dunque, non si qualifica per alcuna coppa europea ma, in seguito alla squalifica del Malaga e alla mancata licenza UEFA del Rayo Vallecano, riuscirà a prendere ugualmente parte alla successiva Europa League.
Dopo aver superato agevolmente i turni preliminari e la fase a gironi, oltre al Maribor ai sedicesimi, l’urna di Nyon regala agli andalusi un accoppiamento thriller: il derby con il Betis. Dopo aver perso per 2-0 la gara di andata, la squadra di Emery prevale con lo stesso punteggio al ritorno, per poi spuntarla ai calci di rigore.
Dopo una nuova rimonta con il Porto (sconfitta per 1-0 in Portogallo, vittoria 4-1 al ritorno), gli andalusi sono chiamati ad affrontare un’altra squadra spagnola, il Valencia. Il Siviglia vince la gara d’andata con il punteggio di 2-0 ma al ritorno subisce il ritorno dei valenciani, che si portano sul 3-0. Quando tutto sembra ormai deciso, quando sembrava che il Valencia potesse chiudere le valigie e volare a Torino, arriva, al 94’, il clamoroso gol di Stephane M’Bia, che dopo aver segnato già all’andata, regala, all’ultimo respiro, la qualificazione a Emery.
L’atto finale, all’allora Juventus Stadium, vede il Siviglia fronteggiare il Benfica, che ha clamorosamente eliminato la Juventus. Dopo una gara molto tirata, conclusa sullo 0-0, gli andalusi hanno la meglio dopo la lotteria dei rigori, conquistando la terza Coppa Uefa/Europa League della loro storia e confermando che, forse, la maledizione di Bela Guttman funziona davvero.
La stagione seguente si apre con la sconfitta in Supercoppa Uefa contro il Real Madrid ma, in compenso, arriva un’altra cavalcata trionfale in Europa League. Dopo aver eliminato Borussia Monchengladbach, Villarreal e Zenit San Pietroburgo, in semifinale gli andalusi asfaltano la Fiorentina, battuta per 3-0 in casa e per 2-0 a Firenze, approdando alla finalissima contro il Dnipro, inaspettato carnefice del Napoli.
A Varsavia, la gara è bellissima: il primo tempo sembra un incontro di pugilato, con un continuo botta e risposta; vantaggio ucraino con Kalinic, pareggio andaluso con Krychowiak, vantaggio andaluso siglato Bacca, pareggio ucraino firmato da Rotan. Ma nella ripresa Bacca trova la doppietta personale e regala nuovamente il trofeo al Siviglia.
Il 2015/2016 inizia con una nuova sconfitta in Supercoppa Europea, stavolta per mano del Barcellona, che si impone con un pirotecnico 5-4 al termine dei tempi supplementari. La squadra andalusa è qualificata alla Champions League in virtù del successo in Europa League, ma il terzo posto nel girone, dominato da Juventus e Manchester City, “condannerà” i ragazzi di Emery alla retrocessione nella seconda competizione continentale.
Un evento sulla carta negativo viene trasformato nell’ennesimo trionfo: il Siviglia, infatti, sotto il cielo di Basilea, solleva la sua terza Europa League consecutiva, in seguito ad una bellissima finale con il Liverpool, passato addirittura in vantaggio ma poi sconfitto per 3-1.
Emery diventa il secondo allenatore nella storia, insieme a Giovanni Trapattoni, a vincere per tre volte la ex Coppa Uefa ma l’unico a riuscirci per tre anni di fila. In seguito alla sconfitta in finale di Copa del Rey, ancora contro il Barcellona, lascia il Siviglia per accettare l’offerta del Paris Saint Germain.
Trascorre due anni alla guida della squadra parigina, con cui vince un campionato, due coppe di Francia, due coppe di Lega e due supercoppe nazionali, ma in Europa, invece, i risultati faticano ad arrivare: anzi, tuttora, rimane l’onta della clamorosa rimonta subita ad opera del Barcellona agli ottavi di finale di Champions League nel 2017.
Dopo aver vinto con un perentorio 4-0 nella gara d’andata al Parco dei Principi, al Camp Nou i parigini vengono annichiliti e sconfitti con un umiliante 6-1, che li condanna ad un’eliminazione considerata impossibile dopo il risultato dell’andata.
Nell’aprile dello scorso anno, il tecnico ed il club francese comunicano la volontà di separarsi e il nome di Emery viene accostato anche alla panchina del Napoli, come successore di Maurizio Sarri (era già accaduto in seguito all’addio di Benitez). Ma alla fine, anche questa volta, le due strade non si sono incrociate: Unai diviene il nuovo allenatore dell’Arsenal, mentre gli azzurri si affidano alla leadership e all’esperienza di Carlo Ancelotti.
E domani, i due Re di Coppa si affronteranno nel primo atto di un quarto di finale tutto da vivere e che promette mille emozioni.

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