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Versus: Hamsik vs Milinkovic-Savic, perché le partite si vincono a centrocampo

Marek Hamsik da una parte, Milinkovic-Savic dall’altra. I due perni del centrocampo di Napoli e Lazio si sfidano questa sera al San Paolo e nel dodicesimo numero di Versus.

 

 

Napoli  vs la Sfortuna, oppure Napoli vs un-po’-tutto. Tanti sarebbero stati i temi possibili per questo Versus visto il nuovo infortunio di Ghoulam, il nulla cosmico del mercato azzurro, le recenti polemiche sulle decisioni arbitrali post Fiorentina-Juventus. Ma lasciamo perdere, non lasciamoci cadere in una rete che è fatta per chi nuota per secche e non per mari sconfinati. Il Napoli punta all’Oceano, alla vastità di una fama che è già sua, a caccia di un sogno che non è fatto per piccoli uomini. Quindi no, questo Versus non parlerà di tutto questo, ma di quello che è, è sempre stato e sempre sarà l’anima del gioco del calcio, il luogo dove si costruiscono le vittorie, dove nasce il gioco, che permette di finalizzarlo: il centrocampo. E quindi, chi meglio di Hamsik e Milinkovic-Savic, i due giocatori che dominano i rispettivi reparti di Napoli e Lazio?

IL TERMOMETRO DEL NAPOLI – Sulla carriera di Hamsik ci si è già espressi in questa rubrica e credo sia assolutamente inutile tornare sull’argomento. Ormai Marek è la bandiera del Napoli, lo è grazie ai 10 anni passati in maglia azzurra, lo è perché ha la fascia di capitano sul braccio, perché ha alzato i primi trofei dell’era post-Maradona. Lo è per i suoi record di presenze nelle competizioni europee (terzo in totale) e per aver superato Maradona come miglior marcatore in tutte le competizioni nella storia della società azzurra. Nel corso della sua carriera ha dimostrato di essere il vero termometro del Napoli, quando lui non c’è, il Napoli ha la febbre e trova enormi difficoltà. Quando c’è, il centrocampo azzurro diventa una macchina e tutta la squadra gira di conseguenza. Onnipresente, in attacco, in difesa, in copertura, anche quando non si vede Marek c’è. Giocatore di una generosità e di una qualità forse mai realmente compresa del tutto dai suoi stessi estimatori. La sua stagione ha avuto molti bassi, ma la svolta è arrivata l’antivigilia di Natale, quando contro la Sampdoria ha segnato il gol numero 116 in maglia azzurra, superando non solo Maradona, ma un blocco, una fattura che gli si era cucita addosso. Da quel momento 2 gol nelle ultime 4 da titolare, portando a 5 il suo bottino stagionale. Ma soprattutto, si è ritrovato e con lui tutta la squadra che sta lottando, con il suo capitano, per coronare il sogno scudetto.

LA COSTANTE DELLA LAZIO – Dire di essere un giocatore fatto a 23 anni non è un’utopia. Milinkovic-Savic ha già ampiamente dimostrato a tutti di essere uno dei pezzi più pregiati di casa Lotito, fondamentale per gli equilibri della Lazio e del centrocampo di Inzaghi. Dal Vojvodina alla Lazio, passando per il Genk, con cui ha segnato 5 gol in 24 partite e da cui i biancocelesti l’hanno acquistato per 18 milioni di euro, Sergej ha sempre mostrato enormi qualità. Fisicamente imponente (191 cm x 76 kg secondo Wikipedia), efficace sulle palle alte al punto che “palla alta per Savic” è diventata una costante del gioco di Inzaghi per la costruzione dell’azione. Ma non solo, all’interno del centrocampo il sebo è sia utile in fase di rottura, che di costruzione grazie ad una grande tecnica di base che fa di lui un regista aggiunto accanto a Lucas Leiva. Altra sua dote è la capacità di inserimento che lo rende determinante in zona gol: 9 reti e 6 assist in queste prime 29 partite stagionali. Non è probabilmente un caso che una delle ultime due sconfitte (contro il Genoa) della Lazio sia arrivata proprio nella sua giornata di squalifica. Fatto sta che in questa stagione in cui la Lazio sta superando le aspettative della vigilia, Savic sia stato assente solo in due occasioni. Questa sera tornerà in campo, contro il Napoli, cercando di regalare ai suoi tre punti fondamentali per la corsa Champions.

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