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AIA, Trentalange: “Var a chiamata? Pronti alla sperimentazione”

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Il neo-presidente dell’AIA Trentalange ha rilasciato una lunga intervista a Dribbling su Rai 2, dove ha parlato anche del VAR a chiamata.

A seguire le parole di Trentalange:

Il nostro obiettivo è aprire canali di comunicazione, ma bisogna essere in due, con grandissimo rispetto e grandissima attenzione. Le parole sono dei macigni, bisogna cercare ciò che unisce, non ciò che divide. Noi pensiamo che ci sia un pregiudizio nei confronti dell’arbitro, se l’arbitro si fa conoscere come persona possiamo mettere da parte una serie di pregiudizi.

Quando un arbitro a parlare dopo la partita? Dopo l’esperimento Orsato, nato in buona fede, abbiamo visto che gli arbitri sono più bravi ad arbitrare che a comunicare. Penso ci sia bisogno di una formazione in questo senso, ci siamo presi un attimo di ripensamento.

Oggi siamo più in asse con un sistema come quello della UEFA e della FIFA, anche se la UEFA è il nostro riferimento diretto perché le nostre squadre giocano questi tornei. È importante andare a regime per non fare danni. La VAR è stata una grandissima scoperta, non si torna indietro: l’arbitro, quando è in campo, è convinto di non sbagliare. Se chiedete a un arbitro durante la partita, lui è convinto di non sbagliare. Il primo a stare male, se ha deciso il risultato di una partita con una decisione, è l’arbitro.

Var a chiamata dalla panchina? Non si conosce ciò che non si sperimenta. Quindi siamo pronti a qualsiasi sperimentazione. L’arbitro del futuro deve essere un ricercatore e non un presuntuoso. Arbitrare con uno stadio vuoto è più complicato, tutte le decisioni vengono amplificate.

Oggi l’arbitro è un grandissimo studioso delle squadre, dei calciatori, dei moduli, dei sistemi, della gestione delle palle inattive. Per l’arbitro sono importanti due cose: riuscire a stare non in linea tra i calciatori, ma in mezzo. E poi la prossimità: se ha una visuale ed è allenato, cerca la miglior posizione e sbagliare di meno. Un arbitro donna in Serie A è un sogno che abbiamo, nel giro di due anni può essere possibile.”

 

fonte: tuttomercatoweb

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