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Amedeo Colella: “In una città di misteri, munacielli e capuzzelle, ebbene si… non sono superstizioso!”

Amedeo Colella, scrittore e umorista,  esperto di napoletanità:  la storia, la cultura, la musica, la straordinaria lingua, la gastronomia partenopea raccontata spesso anche nella nota rubrica del tg2, Eat Parade. 

“Senti chi Parla”: rubrica di Valeria Grasso

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Colella è autore del libro: “Napoli 365. Cosa fare a Napoli ogni giorno dell’anno” (ed. Cultura Nova) prefazioni di Maurizio de Giovanni, Paolo Giulierini, Paola De Crescenzo, che narra (non mancano aneddoti simpatici e cenni storici) tutto ciò che c’è da fare e da vedere nel capoluogo campano ogni giorno dell’anno. Una città che si fonde ‘inevitabilmente’ con la sua squadra di calcio.

La città di Napoli. Quali sono gli aspetti più singolari e unici della nostra città?

“Sull’unicità della nostra città, penso che nessun napoletano nutra dubbi. Napoli è una città diversamente normale! È una battuta per dire che a Napoli il concetto di normalità percepito è sicuramente diverso da quello che altrove è considerato normale! Ad esempio, Napoli ha un senso di religiosità tutto particolare dove il sacro si mischia continuamente al profano; dove la lingua si è impreziosita grazie a contaminazioni derivanti da tanti paesi internazionali. Lo so, tutti i puristi a questo punto dicono sempre che sbaglio a parlare di lingua perché considerano il napoletano vernacolo, idioma, dialetto…invece è una super lingua perché si è arricchita veramente di inflessioni da ogni parte del mondo e in questo siamo stati bravissimi. In 2000 anni abbiamo acquisito le influenze dei greci, dei romani, degli arabi, dei bizantini. E poi dopo ci furono gli 8 re, per intenderci, quelli di Palazzo Reale, normanni, svevi, angioini, aragonesi, francesi, spagnoli, eccetera. Noi da ognuno di questi abbiamo preso il meglio in termini di arte, storia, cultura, gastronomia e, appunto, lingua napoletana. Uno degli aspetti più singolari è rappresentato dai misteri: a Napoli abbiamo un corredo esoterico ‘completo’.  Nella nostra città esistono spiriti, spiritelli, fantasmi, fantasmini, munacielli, ‘belle mbriane’, capuzzelle e così via… Ecco, uno degli aspetti più singolari è proprio quello dei misteri che ci accompagnano tutta la vita. Nel mio libro io ho voluto proprio fare una sorta di calendario di tutti gli eventi, notevoli in una città che ha 2700 anni e quindi ogni giorno, immancabilmente, è successo qualcosa. Ed ecco perché ho provato a mettere, su carta, gli eventi da celebrare e le date salienti della storia della città. Un evento laico o religioso che ci coinvolge tutti gli anni, dal miracolo di San Gennaro, ai tanti Santi Protettori, periodi religiosi che poi diventano importanti per la società civile. Dal Carnevale a Sant’Antonio Abate, alla Quaresima, all’Avvento. Quindi, una città dove ogni giorno, si può dire, è segnalata la nascita o la morte di un napoletano illustre. Eventi che ci suggeriscono tanti luoghi significativi da visitare”.

 Ha citazioni storiche o aneddoti simpatici, curiosità che in pochi sanno?

“Oggi teniamo tutti il “cuore nello zucchero” per la squadra del Napoli…ci tengo a raccontare un aneddoto che riguarda San Gennaro, colui che protegge Napoli da 2700 anni e fu decapitato nel ‘300 dc a Pozzuoli. Si pensa al rapporto con San Gennaro dopo tanti anni come un rapporto pacifico…eppure se il miracolo tarda ad avvenire dopo le tre mattine canoniche vengono rivolte alla volta del Santo protettore, che è stato, alle brutte, apostrofato come ‘faccia gialla’ improperi irripetibili…Ad ogni modo l’aneddoto è questo: San Gennaro, in realtà è un Santo beneventano, era infatti vescovo di Benevento, nato, secondo alcuni storici, a Benevento. Nel 2017 la squadra di calcio del Benevento arrivò in serie A e quindi quell’anno, finalmente ci fu il derby campano con il Napoli. Allora i tifosi sanniti, per captare la benevolenza del nostro Santo protettore,  quando andammo a giocare allo stadio Vigorito ci accolsero con uno striscione geniale che diceva, testuali parole: “San Genna’… arricuordate a chi sì figlio!” Fu divertentissimo però poi la risposta della tifoseria napoletana fu altrettanto geniale perché alla partita di ritorno noi accogliemmo i supporter sanniti con uno striscione che diceva…” i figli so ‘e chi se li cresce!”.

In effetti ci ha dimostrato che il salto dalla città alla squadra del Napoli …è breve. Ci racconti il suo legame con gli azzurri, in particolare che ne pensa della stagione in corso.

“Si è capito…che sono tifosissimo del Napoli? (Ride…) Ho un piccolo club di sei amici e ci incontriamo immancabilmente ogni partita per stare tutti assieme. Questa stagione ci ha miso ‘o core dint’o zucchero e a questo punto, voglio raccontare l’episodio che portò a quello striscione che, negli anni ’80, fu coniato e rappresenta ancora oggi “la Cassazione”, nel senso che non si passa oltre in fatto di storia calcistica italiana e forse europea. Allora il giocatore brasiliano Dirceu fu ceduto dal Verona al Napoli e cominciarono le scintille. La tifoseria scaligera fece uno striscione che diceva “Dirceu, ora non sei più straniero…Napoli ti ha accolto nel continente nero”, poi continuarono “Vesuvio Lavali col fuoco”, “Napoli colera”, “Benvenuti in Italia”. Ecco, a questo punto la tifoseria napoletana si riunì e decise di rispondere con il famoso striscione “Giulietta, è una zoccola”, a cui non ci può essere replica. Anche se, secondo alcuni storici, a dire il vero lo striscione completo diceva: “Giulietta è una zoccola e Romeo… è ri*****ne”. Secondo altri storici i veronesi tentarono, alla partita di ritorno, una pallida difesa scrivendo “Napoletani, figli di Giulietta”, un vero autogol, perché non faceva altro che ammettere che …Giulietta era una zoccola!!!”.

Quest’anno ha tutte le caratteristiche per essere considerato un anno magico… riesce a immaginare cosa può succedere…se…

In una città di misteri, di superstizione, di spirito e spiritelli, fantasmini, munacielli, belle imbriane, streghe, apparizioni, spettri, capuzzelle, ecco, io non sono affatto superstizioso. Sicuramente, posso affermare con certezza, e non lo faccio solo io ormai, che ormai lo scudetto nessuno, ce lo può togliere.  A Napoli esiste l’incontentabilità. Stiamo per vincere lo scudetto e vinceremo forse pure la Champions. Peccato, potevamo fare il trittico con la Coppa Italia. Diciamo io me l’ero fatto questo sogno una notte in cui vincevamo Coppa Italia, Scudetto e Champions. E quindi io pensavo a tre grandi Archi di Trionfo, stile parigino, uno dietro all’altro, temporanei, a piazza del Plebiscito. Vabbè ne metteremo due. Dunque immagino questo: a piazza Municipio, là dove è stata inaugurata la nuova piazza, verso la Stazione Marittima, due grandi Archi di Trionfo, e tutti quanti noi che ci passiamo sotto”.

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