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Ancora De Laurentiis: “In questo biennio si puo’ fare tanto, guai a dividerci. No al confronto con Germania e Inghilterra, bisogna guardare al futuro”

Terminata l’assemblea di Lega, Aurelio De Laurentiis ha analizzato i problemi relativi all’elezione del nuovo presidente della FIGC. La scelta. “Albertini o Tavecchio? La Lega deve trovare una sua unità, sarebbe grave se si spaccasse. Manca un biennio da ultimare e si può fare ancora tanto. Bisogna non dividersi sul voto ma dare una piena maggioranza ad un solo candidato per rafforzarlo. Non bisogna guardare al passato ma avere la visione di ciò che si può fare nei prossimi dieci anni”.

Riforme. “Cinque italiani in campo obbligatoriamente? Non è questo il problema, bisogna avere una mentalità imprenditoriale da parte di tutti. Ma in Italia siamo abituati a farci la guerra tra di noi, siamo un paese masochista. L’esempio lampante è Renzi che si deve affrancare dal suo partito, il Pd, che lo aspetta al varco. Il governo è giovane, non bisogna perdere tempo con questioni di politica spicciola, bisogna confrontarsi con gli altri paesi. Per quanto riguarda il calcio è necessario confrontarsi con altri paesi. È inutile ambire al modello inglese o tedesco perché una volta che lo avremo raggiunto saremo di nuovo vecchi. Bisogna pensare al futuro ma intorno a me c’è una grande incapacità di farlo”.

I giovani. “Puntare sui giovani anche in campo? La giovinezza non è solo un fatto anagrafico ma anche culturale. Chi può essere il Renzi del calcio? Già c’è ed è Malagò, ma non è solo del calcio ma dello sport in generale. È una persona di grande cultura ma non credo che debba entrare in FIGC”.

Albertini. “È una persona per bene ma non ho mai scambiato opinioni importanti con lui. Abbiamo dato ad Agnelli e Lotito cinque giorni per scrivere le idee del calcio e oggi c’è solo mezz’ora per parlarne. Per questo serve cambiare la Lega, perché così è impossibile confrontarsi. Viviamo una gestione figlia di Lega e Federazione supportate insieme dal sistema dei Matarrese e dei Carraro. Io sono uno che non le manda a dire ma mi sono armato di pazienza perché se voglio continuare a fare calcio in Italia bisogna che faccia buon viso a cattivo gioco”.

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