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Caso Donnarumma-Milan, la verità di Raiola: “Minacce di morte e mobbing”

Raiola FIGC

Mino Raiola, procuratore del portiere del Milan ‘Gigio’ Donnarumma, dopo il mancato rinnovo del contratto tra il club rossonero e il suo assistito ha voluto chiarire alcuni aspetti della vicenda con una serie di interventi nelle TV nazionali. Questi i punti salienti della sua versione:

“Mi prendo il 100% della responsabilità del mancato rinnovo tra ‘Gigio’ e il Milan. Si è creata una situazione troppo ostile che non potevamo accettare: lui e la famiglia minacciati di morte, striscioni non fatti rimuovere, insomma non abbiamo sentito la vicinanza della società.

Gigio era disposto a rinnovare ma ci hanno forzato a rompere la trattativa.  Non c’è stata concessa nè la serenità nè il tempo di pensare il meglio per Gigio e siamo stati costretti a prendere una decisione che non volevamo prendere, anche se avevamo garantito alla società che non saremmo partiti a parametro zero.

Non abbiamo mai parlato di soldi e non siamo mai arrivati al punto di discutere della clausola, cosa che si fa quando si è al 95% dell’avanzamento della trattativa. Quando si vuole trovare una soluzione l’accordo si trova.

Con Mirabelli non vado d’accordo e visto che è lui ad aver condotto questa trattativa si prenderà le sue responsabilità, però vi assicuro che non abbiamo parlato con nessuna altra società anche se a lui sono interessati diversi club, gli stessi che lo seguono da quando aveva 16 anni. 

C’è il rischio che ‘Gigio’ perda un anno se costringono l’allenatore a certe scelte, ma se minacci un calciatore di non  farlo giocare per me si tratta di mobbing”

 

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