Rassegna Stampa

Cesari: “Paghiamo scelte folli. Oggi tutti arbitri belli e biondi ma senza formazione e personalità”

Graziano Cesari

Graziano Cesari, ex arbitro ora opinionista, ha parlato in un’intervista ai microfoni del Corriere dello Sport sugli arbitri di oggi.

 

 

“Nulla da dire sul piano tecnico: non punibilità della posizione di Darmian, intervento scomposto di Ospina, calcio di rigore concesso, giallo al portiere per fallo onesto. E se un giocatore usa un’espressione irriguardosa nei confronti del direttore di gara viene espulso. Regola numero 5.

I giocatori devono comportarsi in maniera educata nei confronti dell’arbitro. Questo è un principio basilare e vale ancora di più adesso che con il Var si può cambiare la decisione in un secondo momento. Specialmente se sei il capitano, un calciatore famoso e possiedi una grande esperienza. L’arbitro però sa benissimo che quando assegna un rigore i giocatori gli arrivano intorno a frotte. E dovrebbe mettersi in condizione di non trovarsi proprio nella mischia. Se vai lì in mezzo è normale che qualche parolina voli.

E se vola, l’arbitro è costretto a intervenire. Certo. E’ il regolamento. Se però hai un’intelligenza arbitrale, applichi il buon senso e sai che cosa può capitare, ti sposti e te ne vai dal gruppo e forse è meglio. Questi sono i piccoli consigli che direttori di gara vecchi come me, quelli che sapevano arbitrare perché non avevano né Var né nulla, si sentono di dare. Ma, una volta pronunciati, questi consigli pare si disperdano nel vasto mondo.

Devo dire che la formazione è insufficiente. Non basta fare corsa, spiegare, teorizzare. Un arbitro che dice adesso smettetela perché vi sbatto fuori non si può sentire. L’educazione vale in entrambi i sensi. Il rispetto si ottiene mantenendo una linea di condotta coerente. Il Var non ha aiutato da questo punto di vista. Ho la sensazione che negli arbitri sia entrato il tarlo di aver perso qualcosa: la sacralità del ruolo, il potere decisionale.

Esiste un problema di personalità? Io credo di sì. La personalità non si manifesta esasperando gli atteggiamenti. Ho visto tanti arbitri come l’inglese Webb dirigere gare con la massima normalità e convincere tutti della bontà delle loro decisioni. Convincere, non imporre.

Carenza di materiale? Probabile. Abbiamo fatto la scelta folle di dividere la Serie A dalla Serie B. Così abbiamo avuto arbitri che per cinque, sei, dieci anni hanno continuato a dirigere in B senza sapere niente di quanto accadeva in A e altri a cui era garantita la massima serie. Adesso che c’è stata la riunificazione nascono i guai perché vedo giovani che stanno facendo bene, nei limiti della loro attuale esperienza.

Ci vuole un allenatore che spieghi come si muovono i giocatori. Poi non può essere tutto Skype e smart, gli arbitri hanno bisogno di parlare tra loro, quindi più raduni. E ancora: adesso gli arbitri sono tutti alti, belli, biondi, con gli occhi azzurri e la barbetta ma quando andiamo al sodo, ahia. Ma dico io, capisco il lato estetico, però uno piccolo e brutto capace di arbitrare ci sarà, o no?

Quant’è difficile espellere Cristiano Ronaldo? Se per qualcuno è difficile, quel qualcuno non è un arbitro”.

 

 

L’intervista completa, sulle pagine del Corriere dello Sport.

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