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De Giovanni: “Non temo di perdere lo scudetto, temo che la situazione s’incancrenisca. Urge un tavolo: il Napoli, le istituzioni e il tifo organizzato non violento devono dialogare“

Nell’edizione odierna de ‘Il Corrriere dello Sport’  ha parlato lo scrittore napoletano Maurizio de Giovanni.

«Non temo di perdere lo scudetto, temo che la situazione s’incancrenisca. Che non si possa più andare allo stadio con serenità. Che non si possa più tifare. Temo che ci scappi il morto»

È arrabbiato?
«Quello che è successo domenica è inguardabile e non sopportabile. Urge un tavolo: il Napoli, le istituzioni e il tifo organizzato non violento devono dialogare. Subito. Altrimenti si va incontro a rischi di violenza anche durante l’eventuale festa scudetto. Anche nei confronti di chi non c’entra niente».

Lei è un grande tifoso.
«Io sono estraneo alle forze dell’ordine, alle istituzioni, alla società e al mondo del tifo organizzato. Che però non comprende soltanto i violenti con il passamontagna e i bastoni: conosco tanti tifosi di club impegnati nel sociale. Signori con passione, mortificati dai delinquenti».

Sempre presenti. Anche per Napoli-Milan.
«Al di là delle motivazioni della protesta, il torto marcio è sempre di chi alza le mani: domenica, in curva, è stata esercitata violenza contro chi voleva guardare la partita. I violenti devono andare in galera. Identificati e via».

Domenica era al Maradona?
«No. A casa. E ho provato enorme tristezza: Napoli è una città talmente autolesionista che riesce a essere infelice anche quando potrebbe e dovrebbe essere felice».

Anche al Milan è parso di giocare in casa…
«Non è possibile che il Maradona si presenti così alle porte di un evento di portata storica. Questi non sono tifosi: possono avere ogni ragione di malanimo contro chi vogliono, ma chi non aiuta la squadra in difficoltà non è un tifoso. E un delinquente».

Un’atmosfera surreale.
«Che malinconia. E poi niente tamburi, bandiere, cori e colori. E le curve a 100 euro».

In Champions: 90 euro per i non abbonati.
«Mi sta bene una tribuna a mille euro, e io vado in tribuna, ma i prezzi popolari devono essere popolari come altrove. Milano compresa. Alzare i prezzi delle curve equivale a dire a una certa fetta del popolo di non andare allo stadio».

In questa situazione teme che il Napoli perda lo scudetto?
«No, temo per la pubblica sicurezza. Che si faccia male un bambino. Però Spalletti ha detto con chiarezza che l’assenza del tifo vale quanto l’assenza di Osimhen. E ha ragione».

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