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Foggia, ds Benevento: “Sono tifoso del Napoli, è una partita sentita. Su Gattuso…”

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Pasquale Foggia, ex giocatore del Napoli e ora ds del Benevento, prossimo avversario del Napoli in Serie A, ha parlato a Radio Marte.

 

“La costruzione della squadra non parte solo da quest’anno ma da un progetto nato dopo la retrocessione. Si possono comprare tanti bravi giocatori ma se non costruisci l’anima di un gruppo e l’appartenenza non si va lontano, specie se bisogna lottare per salvarsi. Queste cose si costruiscono giorno dopo giorno nei rapporti quotidiani e in questo c’è stato da parte di tutti un grandissimo lavoro. Noi abbiamo scelto tutti i calciatori in base a questa idea.

Gattuso? Ci ho giocato contro tante volte, mi è capitato anche di starci un ritiro intero al Milan in camera assieme. Il calcio all’esterno si vive di umori e lo sappiamo bene, senza andare nella profondità delle situazioni. Io personalmente conosco Rino, so quello che trasmette ai calciatori ma agli uomini. Sono sicuro e convinto che lui stia facendo il meglio per cercare di portare il Napoli in classifica dove doveva essere all’inizio.

Napoli-Benevento? Partita molto sentita anche per me, sono tifoso del Napoli, nato e cresciuto a pochi passi dallo stadio. Sono quelle gare che non mi fanno dormire la notte. Poi oggi lo stadio si chiama Maradona, sarà un’emozione doppia. Momento difficile? Da un lato pensi che se stanno alla grande la perdi, se stanno male pensi che non possano perderle tutte. Il Napoli ha calciatori forti ma noi per come prepariamo le nostre gare stiamo attenti all’avversario e alle nostre caratteristiche.

Benevento-Roma? Loro sono una squadra molto qualitativa, quindi non bisognava concedere tanti probabilità e stare stretti tra le linee perché loro sono bravi nei passaggi. Fossimo stati più lucidi in qualche ripartenza gli avremmo fatto male. Dieci punti di vantaggio sulla terz’ultima? L’errore è pensarci, questa cosa ci può ammazzare. Se guardiamo i valori di chi ci sta dietro sarà dura pensare di mantenere questo vantaggio. Non dobbiamo mollare, non una partita ma un minuto di una partita.

Gaich? Giocatore che nonostante la prestanza fisica sa giocare bene anche con i piedi, un finto lento. Classe 1999 ed è argentino, quindi anche caratterialmente è forte. Per me diventerà qualcosa di importante nel panorama europeo. Inzaghi? Quando l’abbiamo preso non aveva fatto benissimo a Bologna ma nel calcio ci si sofferma troppo su quello che hai fatto subito prima. Un allenatore forte che aveva bisogno di sentirsi importante e che aveva bisogno di giocatori funzionali per il suo calcio”.

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