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Italia Mele: “Il Napoli deve ricominciare a giocare a calcio, sembra strano ma con il Liverpool partita più facile delle altre”

Italia Mele

Il momento delicato del Napoli, il deludente pareggio con il Milan e il difficile impegno in Champions League contro il Liverpool. Ne parliamo con il nostro direttore Italia Mele.

Nove punti in meno rispetto al campionato scorso e avversarie quali Lazio e Roma soprattutto in grande crescita: lo scudetto è ormai andato, come può il Napoli tornare in lotta per un posto nella prossima Champions?

“Ricominciando a giocare a calcio. Sembra banale ma è così. Bisogna che la squadra si concentri su quello che è il suo lavoro. Buttando fuori dalla finestra tutto quello che non ha niente a che fare con il campo e il pallone.
Il passato non si può cambiare, il futuro non si può conoscere, bisogna vivere il presente con impegno e anche un po’ più di leggerezza”.

Mercoledì c’è la sfida con i campioni d’Europa del Liverpool, rullo compressore in Premier League e imbattuto in casa da 48 partite. Il Napoli invece sta attraversando il periodo più buio dell’era De Laurentiis. Ci sono i presupposti di una figuraccia: se il campo dovesse confermare questa tremenda sensazione quali risvolti ci potrebbero essere per Ancelotti?

“Per certi versi la partita con il Liverpool è più facile di altre. Non per il valore in se dell’avversario che è immenso ma perché in questa partita il Napoli non ha niente da perdere, non è costretto a vincere ed ha tutto da guadagnare. Non fare risultato a Liverpool, a meno di una sconfitta clamorosa non cambierebbe la posizione di Ancelotti. La qualificazione gli azzurri se la giocheranno con il Genk”.

Invece proviamo a pensare positivo. Il Napoli vincendo oppure magari anche non vincendo ma giocando una grande partita, può essere quella con il Liverpool ‘la bacchetta magica’ della stagione degli azzurri?

“Potrebbe essere molto importante riprendere consapevolezza dei propri mezzi e della proprie qualità.
Il calcio è fatto di queste cose, un movimento enorme che muove la passione di milioni di persone e fattura miliardi, spesso è condizionato da episodi. Nel bene e nel male è questo il bello del calcio”.

Per una volta non ci danneggiano direttamente, ma anche con l’Atalanta la Juventus ha beneficiato di decisivi errori arbitrali a soli tre giorni dalle ‘belle’ parole di Rizzoli. E’ cresciuta la sudditanza degli arbitri o è diminuita la loro qualità?

“È difficile rispondere, Rocchi era uno dei top indicato da Rizzoli (l’altro Orsato) ma cambiando l’ordine delle gerarchie il prodotto non cambia. Io penso che gli arbitri siano personaggi atipici, con un ruolo troppo determinante, affetti da protagonismo incurabile e poco propensi a capire che le star del calcio non sono loro e che dovrebbero solo essere collaterali e quasi invisibili”.

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