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La Legge sugli Stadi

LA LEGGE SUGLI STADI

 

La nuova disciplina relativa agli impianti sportivi, è stata inserita, come annunciato nei giorni scorsi, con un emendamento, nella legge di Stabilità. La riforma riguarda tutti gli impianti, a partire da strutture con 500 posti indoor a quelli da 2000 posti all’aperto. Quello che potrebbe rappresentare una grande occasione per i clubs e che potrebbe consentire una ripresa all’intero settore edilizio, dovrebbe, avere, un percorso parlamentare agevolato. La norma si compone di due parti.
La prima di natura prettamente finanziaria, che integra il fondo di garanzia per la costruzione, l’ammodernamento e l’acquisto di impianti sportivi (compresi gli stadi da parte di società o associazioni sportive) con 10 milioni nel 2014, 15 milioni nel 2015 e 20 milioni per il 2016.
La seconda, è diretta a semplificare l’iter amministrativo, imponendo termini perentori per gli enti territoriali, che dovranno concedere autorizzazioni e via libera, incluse quelli relativi all’impatto ambientale, e prevedendo un potere sostitutivo alla Presidenza del Consiglio in caso di ritardi ingiustificati.
I tempi saranno contingentati in 14/15 mesi. Essendo esigue le risorse affidate al Credito sportivo, ovviamente, i progetti dovranno essere sostenuti da privati, con una “clausola di compensazione”. L’emendamento, dispone, in effetti, che “l’intervento possa prevedere uno o più impianti sportivi nonché insediamenti edilizi o interventi urbanistici, entrambi di qualunque ambito o destinazione, anche non contigui agli impianti sportivi”. L’intervento edilizio compensativo, naturalmente, per il Governo, non significa una cementificazione selvaggia, ma deve essere “funzionale al raggiungimento del complessivo equilibrio economico-finanziario dell’intervento e concorrente alla valorizzazione in termini sociali, occupazionali ed economici del territorio di riferimento”. Sarà quindi legato a valutazioni dei singoli Comuni e delle Regioni, la concessione di varianti ai piani urbanistici a favore dei finanziatori o dei promotori del progetto stadio, che garantiscano compensazioni economiche rispetto all’investimento nell’impianto sportivo. Una valutazione che sarà, sicuramente più semplice, quando si tratta di palestre o stadi, in piccole realtà volte a promuovere lo sport di base. Più complessa, appare, invece, la questione, quando si tratterà di valutare l’impatto sociale della costruzione dello stadio di proprietà di una società di serie A, per determinare le misure urbanistiche/edilizie finalizzare a compensare lo sforzo economico di clubs e finanziatori. E’ evidente che sarà sicuramente fondamentale, per i singoli clubs, la visibilità internazionale ed il ritorno che, in base ai risultati, gli sponsor ed i finanziatori potranno conseguire con il Brand della società proprietaria dell’impianto. La cessione dei neming rights, cioè l’accordo che prevede che una determinata azienda leghi il suo nome, ma anche quello di un suo marchio o di un suo prodotto, ad un impianto sportivo per un certo numero di anni, sarà, finalmente, una politica aziendale e finanziaria di molti nostri clubs.

 

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