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L’ex arbitro Marelli: “Mirare il braccio dell’avversario? Facciamo chiarezza”

L’ex arbitro Marelli, tramite il suo blog personale su internet, ha fatto chiarezza sulle nuove norme sui tocchi di mano e sul tocco dell’arbitro.

 

“Pensare che basti mirare e “centrare” il braccio di un avversario a mezzo metro di distanza  è una leggenda metropolitana. Da smontare il prima possibile onde evitare che diventi una realtà virtuale difficilmente sradicabile.

Altrettanto fuori luogo un’altra teoria, ancora una volta veicolata da chi non ha nemmeno letto le novità regolamentari.
Qualcuno sostiene, infatti, che un difendente in difficoltà potrebbe “mirare” l’arbitro per interrompere l’azione e farsi consegnare il pallone con gli avversari ad almeno quattro metri di distanza, come espressamente statuisce la nuova regolamentazione in materia.

L’IFAB ha commesso alcuni errori nella stesura delle nuove norme (contribuendo non poco alla confusione dilagante, nella quale è cascato lo stesso presidente degli arbitri). Ma non è composta da totali incompetenti.

Il rischio che un difendente possa “mirare” un arbitro per sbrogliare una dinamica complessa e pericolosa per la propria porta è stata espressamente prevista:

“Se un calciatore calcia volontariamente il pallone addosso al direttore di gara (ma non con negligenza, imprudenza o vigoria sproporzionata) al fine di guadagnare una rimessa da parte dell’arbitro “favorevole” (magari in una pericolosa posizione d’attacco), il calciatore deve essere ammonito per comportamento antisportivo, e il gioco riprende con un calcio di punizione indiretto in favore della squadra avversaria“.

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