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Napoli-Cagliari: la mancanza di concretezza nel chiudere le azioni

Napoli Cagliari Analisi

Napoli-Cagliari ha visto una partita divisa in due parti tra primo e secondo tempo; prima frazione equilibrata, seconda di dominio azzurro ma con beffa.

Difficile analizzare dal punto di vista tattico una partita come quella di ieri; anche perché fino al gol del Cagliari all’87’, i sardi non avevano visto la porta azzurra. Il Napoli ha pagato la poca concretezza nel finalizzare le azioni create ed anche tanta sfortuna (due pali e salvataggio sulla linea). Ma ci proviamo.

Un Napoli con tanti cambi rispetto a Lecce

Ancelotti sceglie di cambiare ben otto giocatori rispetto alla partita contro il Lecce, confermando solo Maksimovic, Insigne e Zielinski. Davanti la coppia Lozano-Mertens, terzini scelti Mario Rui-Di Lorenzo, il ritorno di Manolas, Allan, Meret e Callejon dall’inizio.

Il Cagliari e Maran invece hanno dovuto fare a meno di Nainggolan, infortunato, confermando gli altri.

Napoli sufficiente nel primo tempo, ma dominatore nel secondo.. con beffa

Il Napoli di Ancelotti, bisogna dirlo, nel primo tempo ha avuto un approccio un po’ sufficiente. Per i primi 45′ infatti la partita è stata in equilibrio, con gli azzurri che attaccavano ed il Cagliari che difendeva per poi ripartire (spesso). A spingere le ripartenze sarde troviamo Simeone, che pare ritrovato, e Joao Pedro su tutti.

Gli azzurri in fase di non possesso si sistemano con il solito 4-4-2, per non dare spazi agli avversari. Ma è quando si passa alla fase offensiva che si vedono sempre i cambi tattici; Callejon ed Insigne si stringono molto spesso al centro, lasciando tanto spazio a Di Lorenzo e Mario Rui per le loro cavalcate e per rimanere più avanzati.

Questo crea densità al centro, con Mertens, Lozano, Insigne e Callejon pronti a sfruttare le loro triangolazioni veloci. Triangolazioni e profondità che però non trovano la lucidità nel tirare; comunque, il solito pressing in avanti degli azzurri porta anche Mario Rui ad anticipare il difensore sardo e a trovarsi a tu per tu con il portiere e.. a tirare alto sopra la traversa.

Ma come già anticipato, il primo tempo si mantiene abbastanza equilibrato anche per via dei ritmi non altissimi delle due squadre. Nel secondo cambiano le carte in tavola, in particolar modo con l’ingresso di Llorente; lo spagnolo infatti garantirà soluzioni offensive diverse rispetto a quelle viste fino a prima del suo ingresso.

Ma prima di ciò, bisogna registrare il cambio di passo deciso degli azzurri nell’iniziare il secondo tempo. Il Napoli comincia a macinare gioco ed occasioni su occasioni, di cui quattro nel primo quarto d’ora della seconda frazione di gioco. Koulibaly e Manolas, trovati perfettamente su calcio d’angolo, trovano Olsen pronto, che respinge.

Il Cagliari, abbassando il baricentro e soffrendo il gioco offensivo del Napoli, arriva a difendere anche in 7 in area di rigore. Il baricentro basso dei sardi permette ai terzini azzurri di arrivare fin quasi al limite del fondo: Di Lorenzo pesca Mertens, che prende il palo. Il secondo palo del belga invece arriva da fuori area, con gli spazi che si creano.

Con l’ingresso di Llorente le cose cambiano in attacco per gli azzurri, ma non per i sardi che rimangono rintanati nella propria metà campo. Lo spagnolo comincia a fare da torre per gli altri e a prenderle lui di testa, ma ciò non garantisce, comunque, la cattiveria necessaria per trovare il gol. Da segnalare il salvataggio su Mertens, sulla linea, da parte del difensore del Cagliari (con Llorente che ha fatto da torre).

Il Cagliari regge l’urto offensivo del Napoli, che non ha mai rischiato dietro, e al primo contropiede buono che riesce a sfruttare, ed al primo tiro in porta, trova il gol. Sul finire del secondo tempo.

Una sconfitta che brucia, ma bisogna ripartire subito

Come già detto in partenza, risulta difficile commentare una partita del genere. Il gioco c’è stato, le occasioni non sono mai mancate (nel conto finale sono circa una decina) ma alla fine c’è stata la beffa finale. Ancelotti dovrà lavorare sulla mancata concretezza nel chiudere le azioni e far ripartire subito la squadra con la testa.

Le prossime due partite saranno fondamentali sia per la classifica in campionato, Brescia, sia per la Champion’s League, Genk. Due vittorie aiuteranno sicuramente a scacciare questa bruciante sconfitta.

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