Editoriale

Piacere, mi chiamo Stanislav Lobotka ma va bene anche Stanley

lobotka

Un nome nel destino da play o, se vi piace di più, da regista. Stanley come Kubrikc e per i compagni Lobo.


Com’è stana la vita, da pietra dello scandalo a pietra miliare in pochi mesi.
Simbolo, di quel Napoli di riserva che doveva tenere botta e, invece ha recuperato, quasi tutto il patrimonio accumulato dai big e, poi, in parte perso, per le vicissitudini che conosciamo.
Lobotka e Rrahmani e Juan Jesus ma, pure, Ghoulam e Demme e vogliamo dimenticare Mertens?
Difficile, definire alternativa,
uno che ha fatto la storia del club ma, anche, Dries non può dirsi titolare inamovibile.
Tutti, hanno dato valore e peso alla rosa del Napoli consacrandola nella qualità assoluta.
Una squadra è come un puzzle, servono tutti i pezzi per completarlo.
Nel frattempo si risveglia, anche, nei tifosi un rigurgito di passione.
Tornano le file ai punti vendita e tornano, pure, i soliti problemi di TicketOne ma il risveglio del tifo è un bel segnale.
Bello, come quello lanciato dal Presidente alle Curve, quando ne ha riconosciuto l’importanza e i sacrifici fatti per seguire la squadra.
Magari i nodi si stanno sciogliendo definitamente.
A Venezia, il Napoli ha vinto una partita complicata( perché in campo ci sono anche gli avversari, vale la pena ricordarlo) con la ‘Capa tosta’ di Osimhen.
Torna al gol e lo fa, proprio,
di testa, volando più in alto di tutti e senza paura, come si conviene ad un vero supereroe mascherato.
E adesso… anzi E adesso?
Per adesso, si torna a sognare, con il Comandante che uno dei suoi sogni lo ha realizzato e sembra averci anche preso gusto.
Così raccontano in giro, voce di popolo voce di Dio.

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