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Una promettente freddezza

Ridimensionamento, dimensionamento. Italianizzazione, provincializzazione, internazionalizzazione.

Sembra di essere alla sagra del dizionario della lingua italiana.
Ed invece, si cerca solamente di attribuire la terminologia opportuna ad una strategia, quella messa in campo dalla SSC Napoli nell’ultimo mese, parsa a molti nebulosa.
Dall’addio di Rafa Benitez ad oggi, è trascorso ormai un mese. Trenta lunghi giorni conditi da mille ipotesi di mercato che hanno dato sapore ad un mese senza calcio giocato. Ma il toto-allenatore in casa Napoli è durato relativamente poco.
De Laurentiis, nella conferenza stampa di commiato a Rafa Benitez, aveva annunciato di dedicare la settimana successiva al cinema, per poi tuffarsi a capofitto nella costruzione del nuovo Napoli. Ed invece, in quella settimana, a capofitto si è buttato sul potenziale allenatore del suo Napoli, anzi, sui potenziali allenatori del suo Napoli. Già, perchè la pesca è stata dettata dall’ennesimo abbandono, detto ma non comunicato, udito ma non ascoltato.
Una ricerca, dunque, frenetica, dettata dall’istinto, quello di chi vuol rimarginare una dolorante ferita prima che sia visibile a chicchessia. Dunque, Mihajlovic prima, Emery, poi. Un mezzo sondaggio, il primo. Un convulso tentativo, il secondo. Infine, la virata su Sarri. Il tecnico rivelazione della stagione 2014/2015 sulla panchina del neo-promosso Empoli.
Poco importa se il processo di internazionalizzazione del marchio Napoli patisce una brusca frenata. La musica cambia. Così come la strategia. Il processo di provincializzazione, dunque, apre le porte del Calcio Napoli a chi non si aspettava minimamente potesse accadere: Maurizio Sarri. Un allenatore “cazzuto“. Un vocabolo molto caro ad Aurelio De Laurentiis. Un uomo che è arrivato sulla panchina di una delle squadre più importanti d’Italia senza dover dire grazie a nessuno.
Un uomo che aveva un sogno nella vita, che non era quello di guadagnare tanti soldi, non era quello di occupare posizioni di prestigio, ma solamente fare della propria passione il proprio lavoro.
Un uomo tutto d’un pezzo, le cui dichiarazioni odierne (CLICCA QUI per rileggerle) hanno colpito per la loro forza, per la loro capacità penetrativa, per la loro esposizione senza veli, per la loro unicità.
Un uomo che giungerà a Napoli da napoletano del nord. Pieno di entusiasmo, ma freddo come il marmo.
Una freddezza non dettata da disinteresse, ma dalla consapevolezza di aver già raggiunto l’obiettivo della sua vita: fare ciò che gli piace.
Ingredienti di un dolce che promette di essere saporito. Ma per essere gustato, tocca a De Laurentiis fare la spesa.

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