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Versus: Insigne vs Verdi, la classe che rende punti di riferimento

Undicesimo numero di Versus dedicato ai due uomini maggiore talento a disposizione di Sarri e Donadoni.

 

 

Sarebbe stato troppo, troppo facile fare di questo Versus il campo di battaglia tra Verdi ed il pubblico del San Paolo. Facile e populistico (se mi passate il termine) seguire l’onda causata da quel rifiuto abbastanza clamoroso di un giocatore verso la squadra che sta contendendo lo scudetto alla Juventus, prima in classifica eccetera eccetera eccetera. Insomma, sarebbe stato ridondante, soprattutto che non più di un paio di edizioni fa il San Paolo è già stato protagonista di questa rubrica quando si è verificato il ritorno a Napoli di Fabio Quagliarella. E quindi no, niente assist per un facile gol a porta vuota. Verdi non è un ex da fischiare (come se ne esistessero in realtà in un mondo di professionisti, ma questa è un altra storia), ma il giocatore di maggiore talento a disposizione del Bologna, così come Insigne lo è di questa macchina da spettacolo chiamata Napoli. Gli occhi del San Paolo e le attenzioni del suo pubblico dovranno essere concentrate sulle loro giocate, più che su particolari sinceramente trascurabili.

IL FARO AZZURRO – Lorenzo è già stato protagonista di “Versus”, nel secondo numero, messo di fronte a Paolo Cannavaro. Inutile ripercorrere la sua carriera, facilmente consultabile altrove. Meglio concentrarsi sul motivo per cui ne parliamo, di nuovo, qui: il suo talento indiscutibile. Lorenzo Insigne è al momento quanto di meglio ha a disposizione il calcio italiano. Alla sua classe, alle sue giocate, alla sua visione di gioco unica è legato spesso il destino del Napoli quando le partite si fanno bloccate ed è effettivamente complesso scardinare le difese avversarie. In una partita come quella che vedremo al San Paolo, con un Bologna motivato, tonico ed aggressivo, sarà fondamentale avere il numero 24 a pieno regime, pronto a dispensare gioco e lanciare con passaggi illuminanti i propri compagni di reparto o gli inserimenti di Hamsik ed Allan. 10 gol e 7 assist in 29 partite stagionali possono non sembrare un bottino enorme, ma limitare ai numeri l’incidenza di Insigne sulla manovra azzurra è un delitto. Basti pensare alle enormi difficoltà che il Napoli ha avuto in sua assenza a trovare sbocchi, trame e fantasia. Ancora una volta, sarà chiamato ad essere il faro della squadra, a trovare la via nel buio di un pressing asfissiante, il pertugio in una difesa chiusa, in una squadra asserragliata nella propria metà campo.

UN CATALIZZATORE MATURO – E Verdi è esattamente la stessa cosa per il Bologna di Donadoni: 6 gol e 7 assist in 22 partite, ma soprattuto vera e propria fonte del gioco rossoblù. A 25 anni, dopo Torino, Juve Stabia, Empoli, Eibar e Carpi, il ragazzo scuola Milan ha trovato a Bologna non solo una casa capace di fargli dire di no a treni piuttosto importanti, ma la piena maturità calcistica. Vero e proprio motore della fase offensiva, ha creato oltre 30 occasioni dall’inizio della stagione, più del doppio rispetto ai compagni di reparto. Anche il ruolo è lo stesso di Insigne: esterno d’attacco, con una certa predilezione ad accentrarsi per giocare il pallone ed andare al tiro. La sua partita non sarà semplice, molto probabilmente avrà uno stadio contro (anche se la speranza è l’ultima a morire) ed il destino della sua squadra sulle spalle, ma sarà galvanizzato non solo dalla voglia di dimostrare che l’interesse del Napoli è stato in ogni caso ben riposto, ma dalla fascia di capitano che dalla scorsa giornata l’ha resto il vero e proprio catalizzatore emotivo della squadra.

Insomma, due giocatori di talento, il primo bandiera della squadra che ha scelto per la vita, quella della sua città, quella per cui fa il tifo e di cui è diventato simbolo e chiave di volta. Il secondo, che quella squadra l’ha rifiutata, diventando di fatto a sua volta bandiera bolognese. Due giocatori maturi, pronti ad illuminare con il loro talento e le loro giocate il pomeriggio del San Paolo.

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