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Aic, il vicepresidente: “Caso Callejon? Nessuno può imporre alle parti di continuare”

calcagno aic

A Radio Marte nel corso della trasmissione “Si gonfia la rete” di Raffaele Auriemma è intervenuto Umberto Calcagno, vice presidente dell’Aic. Si è parlato del caso Callejon.

 

“Caso Callejon? La Fifa è stata chiara fin dal principio nel comunicare che nessuno può imporre alle parti di continuare oltre la data prevista dal contratto. Non solo Callejon ma anche il Napoli potrebbe non trovare l’accordo con il calciatore. E’ una situazione nella quale non si può incidere oltre un certo aspetto. Ci sono delle regole chiare: se Callejon andrà via a giugno non può giocare in un’altra squadra a meno che quella non abbia iniziato una nuova stagione. C’è un interesse del sistema che le società continuino con la stessa rosa con la quale avevano iniziato l’anno, ma le norme del nostro Paese e le quelle interne al nostro sistema calcistico ci impediscono nel fare di più.

I prolungamenti vanno retribuiti? Si, bisogna mettersi d’accordo sulla retribuzione. Le norme statali lo stabiliscono ma bisogna poi trovare l’intesa sulla quantificazione. Non c’è una ente terzo che possa modificare unilateralmente un elemento essenziale del contratto, quale la durata, senza che le parti siano d’accordo.

Caso multe? Ci sono alcuni calciatori che sono seguiti direttamente dal nostro ufficio legale, i collegi arbitrali non si sono ancora costituiti. C’è sempre la speranza che con il tempo si possa arrivare a una soluzione di buon senso, ma al momento non ci sono aggiornamenti.

Causa danni d’immagine del Napoli? A mio modo di vedere ci sono due piani, uno sul piano sportivo e un altro legato a tutto quanto è al di fuori del contratto di prestazione sportiva. Bisogna capire se il comportamento alla base è stato lecito o meno.

Orari delle partite? Noi avevamo contestato le partite in programma alle 16.30. La nostra richiesta era quella di eliminare lo slot del pomeriggio, non posticipare quello della sera. La soluzione prospettata dalla Lega è stata una via di mezzo, che non è stata concordata ma alla fine ha fatto ottenere che pochissime partite, rispetto a quelle preventivate, si giocheranno a quell’ora”.

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