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De Laurentiis: “Il calcio deve essere istituito anche nelle scuole. Bisogna insegnare passione e rispetto”

Questa mattina all’Università Federico II si è tenuto il dibattito su “Generazione VAR, tra frame e ditirri tv, come cambia il calcio per immagini” insieme ad Aurelio De Laurentiis (presidente del Napoli), Nicola Rizzoli (designatore arbitrale), Renzo Ulivieri (presidente AIAC), Mario Sconcerti (editorialista Rai).

 

L’evento si è svolto presso la sala “Ciliberto” della sede di Monte Sant’Angelo. Presenti tanti studenti che hanno esposto le loro domande ai presenti.

Queste le parole di De Laurentiis: “La cosa che mi ha scocciato è che nel calcio nessuno vuole assumersi le responsabilità. Per me un arbitro è una persona che non po’ avere un ruolo politico, deve essere equilibrato. 
Sul calcio si è vissuto sull’ignoranza perché nessuno ha mai voluto veramente cambiare.

Bisognava fare come l’Inghilterra che non esiste il legame tra la Premier League e la Federazcalcio, così credo che la classe arbitrale deve essere assunta e pagata dalla Lega di serie A o  Serie B per quanto riguarda loro. Questo perché non deve portarli ad avere un conflitto con le tifoserie.

Per quanto riguarda lo stadio voi giornalisti fate riferimento sempre al tifo di Curva. 
Io credo che la Serie A debba ingaggiare gli arbitri e se viene istituito un nuovo metodo come il Var deve essere accolto, non bisogna criticarlo. Non bisogna lascire sempre il punto interrogativo. 
La classe arbitrale con calciopoli ha avuto un momento che ha voluto dimenticare ma c’è stato. La classe arbitrale la si deve tener fuori da qualsiasi cosa così da non avere i dubbi. 

Forse dovremmo chiuderci in un contesto, intorno al tavolo conarbitri, società e giocatori per stilare un regolamento su come interpretare gli errori del Var. La cabina di regia ha bisogno dei tecnici e non di arbitri, loro devono essere indenni e sono il nostro tesoro e non possiamo dichiarare sempre guerra agli arbitri.

Il calcio è lo sport più seguito in Italia e bisogna chiedere al Ministro di istituirlo nelle scuole fin da piccoli. A mio nipote di 8 anni ho assunto un coach personale e abbiamo iniziato ad allenarli.
Questo inverno lo abbiamo iscritto a scuola calcio a Roma ed ora è così appassionato che mi chiede chi abbiamo comprato e conosce tutti i giocatori del mondo.

La cosa importante è cercare di insegnare passione e rispetto e non odio, questo deve anche insegnare il Var. Poi se l’arbitro sbaglia deve esserci un regolamento anche su questo. Non possiamo avere sempre il dubbio “la Juve vince sempre”, io mi sono anche un po’ stancato. Noi abbiamo fatto un bellissimo campionato ed è chiaro che devo giocare non solo al San Paolo e per il San Paolo ma anche per loro.

Nel 1999 mi presentai con un assegna da 120 miliardi per lo stadio virtuale e nessuno mi credeva, poi dopo 5 anni rieccomi a parlare di questo stadio virtuale che nessuno sapeva cosa fosse.

Tutto il sistema calcistico viene pagato dalla Serie A e deve prendere lei le decisioni, non possono passare sulla nostra testa. Con un decalogo dobbiamo capire come utilizzare al meglio la tecnologia. I problemi nei confronti delle nostre squadre ne affrontiamo tanti. I fatto dei tecnici va considerare perché non possono venire e decidere tutto loro.
Sky, ad esempio, si era preoccupata su MediaPro ma per fortuna ieri abbiamo rivisto un po’ le cose perché c’era qualcosa che non piaceva a tutti. 

Io vorrei che nel calcio si definisse l’obiettivo. Nella vita il compromesso è la più grossa stupidaggine che si possa commettere”.

 

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