Rassegna Stampa

Diego Jr.: “Da piccolo volevo semplicemente mio padre. Vi racconto come ci siamo ritrovati”

diego jr maradona

Diego Armando Maradona Jr. ha parlato ai microfoni de Il Mattino, raccontandosi nel suo rapporto con il padre.

 

“Ci siamo ritrovati tardi, è vero, ma il tempo vissuto insieme è stato straordinario e indimenticabile.

Il mio cognome era abbinato a quello di un fuoriclasse, il migliore di tutti i tempi. Pensate quanto il paragone con papà abbia pesato come un macigno sulla mia carriere di calciatore. Forse avrei fatto meglio a giocare in un ruolo diverso dal suo, non lo so. In ogni caso va bene così: non rimpiango niente e vado avanti.

La mia infanzia? Serena e felice. Lo devo a mia madre e alla sua famiglia. Non mi sono mai sentito solo anche se papà in realtà mi mancava. La prima volta che ci siamo abbracciati avevo più di trent’anni. Ci siamo incontrati a Buenos Aires. Anzi, a Santa Maria del Tigre, a pochi chilometri da lì. Partecipavo alla versione sudamericana di Ballando con le Stelle. Feci bene ad accettare perché finalmente incontrai mio padre.

E non me lo aspettavo. Era il 24 agosto del 2016, avevo appena finito di registrare Ballando quando mi arrivò la telefonata di Rocio Oliva a quel tempo fidanzata di mio padre. Mi disse Maradona vuole vederti, perché stasera non vieni a cena da noi? Ti aspettiamo. Che emozione, non riuscivo a crederci. Alle 20 in punto, con mia moglie, eravamo a casa sua. Ricordo che c’era anche Jana, l’altra figlia, con il fidanzato.

E’ stato un momento di emozione e intimità che non condivido volentieri. Posso dirvi però che poche ore sono state sufficienti per farci dimenticare gli anni perduti e vivere un rapporto padre-figlio come se non ci fossimo mai persi di vista. Dopo quasi un anno a Buenos Aires fu proprio papà a consigliarmi di far ritorno a casa. Lui viveva a Dubai, quindi neanche saremmo potuti stare insieme.

Pace fatta? Certo. La voglia di stare insieme infinita. Videochiamate lunghissime. Papà si faceva sentire spesso, voleva sapere tutto di noi, ripeteva sempre che moriva dal desiderio di rivederci. Quando poi sono nati i bambini è impazzito. Nonno amorevole, paziente e affettuoso. Gli avrò mandato decine di video. Avrebbe meritato di godersi i nipotini e vivere una vita accanto alle persone che veramente gli volevano bene.

Non ho voglia di recriminare e fare polemiche. Mi tengo stretti i bei momenti che ho passato con lui, sono stato felice e ce l’ho messa tutta per cercare di essere un buon figlio. Ne è valsa la pena, anche se per poco tempo.

Da piccolo non ci pensavo più di tanto. I bambini hanno una percezione diversa della realtà che li circonda: nemmeno lo avevo capito bene quanto fosse importante mio padre. Ho cominciato a prenderne coscienza quando la pressione mediatica su di me è diventata assai consistente. All’inizio mi sembrava tutto così strano. Andavo a giocare a calcio e li trovavo lì, tornavo a casa e c’era sempre qualcuno pronto a farmi domande. Sono stati anni impegnativi. Ma nel cuore avevo un solo desiderio: incontrarlo. E poco mi importava che si chiamasse Diego Armando Maradona. Per me era solo mio padre, volevo lui e niente più”.

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