Primo Piano

Il futuro nel passato, il Napoli e lo Stadio Collana

collana

Da ieri circola la voce di un clamoroso progetto di De Laurentiis di spostare il Napoli nell’impianto vomerese.

Via dal “San Paolo” per tornare al precedente stadio, lasciato nel 1958. Sembra una cosa assurda eppure è una delle ipotesi paventate in queste ore riguardo la “nuova casa” del Napoli.

Lo stadio me lo faccio io. Non sarà il San Paolo, ma una bomboniera per 20 mila soci, sempre pieno“, queste le parole di Aurelio De Laurentiis nel pre-gara di Napoli-Bologna sabato sera, parole che hanno aperto inattesi scenari, anche quello di rifare ex novo lo Stadio Collana, secondo impianto cittadino e storico stadio del Napoli per circa 20 anni prima dell’addio per il San Paolo.

Attualmente l’impianto è dotato di una capienza da 15.000 posti, data dalle due tribune ai lati del campo che non dispone di curve. Capienza che però attualmente è limitata a soltanto 2000 persone per i numerosi problemi che attanagliano lo stadio da anni. Rifare ex novo uno stadio “fermo con le quattro frecce” da tempo, potrebbe essere la nuova entusiasmante scommessa del presidente del Napoli.

Favorevole anche la posizione dello stadio: la Metro praticamente all’ingresso dello stadio, la Tangenziale a soli 200 metri e vari progetti di riqualificazione della zona (fra cui parcheggi multipiano) verso la vallata al confine con la parte flegrea della città.

Per i tifosi over 65 la sola ipotesi di un ritorno del Napoli allo stadio del Vomero evoca bei ricordi. L’impianto ha visto gli azzurri protagonisti per quasi un ventennio a cavallo fra il pre e il post seconda guerra mondiale, memorabili gli anni’50 con lo stadio (all’epoca “Stadio della Liberazione“) che raggiungeva 40.000 spettatori festanti per fuoriclasse quali Amadei, Jeppson, Pesaola e Vinicio. Nella storia azzurra resta memorabile un Napoli-Juve 4-3, datato 1958, con la folla seduta fin sopra la pista d’atletica.

Lo stadio poi fu abbandonato dal Napoli poco dopo l’inizio della stagione 1959-1960 per traslocare nel nuovo San Paolo, ma gli azzurri negli anni a venire usarono l’impianto (soprattutto negli gli anni ’60 e parte dei ’70) per allenamenti o partite di secondo piano come amichevoli e primi turni di Coppa Italia.

Tristemente noto anche per essere stato requisito nel 1942 dalla Wehrmacht, che lo utilizzò anche come campo di concentramento per smistare i napoletani in Germania, lo stadio fu completamente ristrutturato nel 1972 (e intitolato alla memoria di Arturo Collana), riducendone la capienza agli attuali 15.000 e trasformandolo in un centro polifunzionale. Negli ultimi 40 anni è stato la casa di numerose squadre: dall’Internapoli, seconda squadra cittadina che sfiorò proprio al Vomero in tre occasioni la Serie B, fino al team femminile della Carpisa Yamamay (sia in Serie A che in Serie B).

Oggi lo stadio è purtroppo sempre più nel pieno dell’incuria, al centro dei soliti tam-tam burocratici fra Comune e Regione, e cade letteralmente a pezzi. De Laurentiis potrebbe risollevare e rimettere a nuovo un pezzo di storia dello sport della città.

RIPRODUZIONE RISERVATA. Ne è consentito un uso parziale, previa citazione della fonte e dell’autore.

 

 

 

Comments

comments

Ultimi Articoli

To Top