Editoriale

Il bello del campo e il brutto del calcio: Perché la gente non sa che su una nave, come nella vita, ci possono essere tanti capitàni ma c’è un solo Comandante.

koulibaly napoli

I numeri del campo raccontano: La settima vittoria consecutiva del Napoli, il primato in classifica, 20 gol fatti e 3 subiti, tutto in 7 partite.

Il Napoli non molla, anche se
”Potevamo fare meglio” Come ha sottolineato Spalletti.
Non mollano neppure Milan, Inter e Roma e nei piani alti delle serie A è tutto un andirivieni di condomini.
Questa la parte bella, quella di campo, poi c’è quella, brutta, squallida e mortificante.
Gli insulti razzisti a Koulibaly non possono sorprendere nessuno e, chi si meraviglia, mente.
L’Italia è un paese razzista che non ha una cultura multirazziale, non è più un paese accogliente ma profondamente egoista.
Gli stranieri ed in particolare gli africani sono considerati, da troppa gente, come immigrati straccioni e pericolosi.
Ma ,se poi, non solo, non sei povero ma addirittura, ricco e famoso e fai il calciatore e sei anche bello come un dio d’ebano e, magari, sei anche gentile, generoso, sensibile e molto intelligente, allora, attiri su di te tutta l’invidia dei cuori meschini.
Questo è un paese fondato sul trash, con esponenti di spicco della politica che recitano le preghiere, a favore di telecamere e poi incitano all’odio.
Dove la Tv per fare audience sbatte in primo piano i drammi personali.
Dove, i vertici del calcio si riempiono la bocca con la parola ‘Tifosi’ ma poi perseguono solo il lucro personale.
Un paese, che riesce a sporcare anche la splendida vittoria agli Europei, con figuracce inqualificabili, come quelle fatte, ora, con Koulibaly e prima con Maignan e sono solo, gli ultimi di un lungo elenco.
Un paese che per aderire alla campagna Black Lives Matter, durante gli Europei, ha scatenato infinite polemiche.
Perché noi italiani adoriamo parlarci addosso, così è più facile non prendere decisioni.
In SerieA, si tollerano, da anni, cori discriminatori nei confronti di Napoli e dei napoletani senza che si sia mai fatto niente per zittire questi idioti.
Arbitri sordi, ispettori federali sordi, giudici sportivi che se ne lavano le mani.
Ora, non potete stupirvi di quanto accaduto a Firenze, non vi è consentito rizelarvi perché siete tutti complici.
Qualsiasi persona, che sia rimasta anche solo indifferente di fronte a quei cori osceni è responsabile.
Perché, per dirsi giusti non basta non fare cose ingiuste ma scegliere quelle giuste.
Ora viene la parte più scontata e, per certi versi, banale:
Attestati, sfusi e a pacchetti di solidarietà, proclami di buoni propositi, minacce di fuoco e fiamme e un elenco infinito,
di soggetti che, a vario titolo, manifestano tutta la costernazione e l’indignazione di cui sono capaci.
A parole.
Verba volant, la saggezza millenaria sintetizzata in due parole.
Volano pure gli insulti, urlati con quelle facce deformate dall’odio e atterrano con violenza sulla vittima.
Sono frustate dolorosissime che lasciano cicatrici permanenti.
Non bastano le scuse, o i divieti di ingresso negli stadi, serve qualcosa di più.
Serve che la gente provi vergogna per tutto questo e ammetta che, l’odio vomitato, nasce dall’invidia.
Koulibaly rappresenta tutto quello che vorrebbero essere ma non sono e non provano neppure ad essere, perché, sanno che non saranno mai come lui.
Eppure, se smetteste di macerarvi nel rancore della vostra frustrazione e glielo chiedeste, Il Comandante vi potrebbe anche insegnare a diventare come lui.
Perché su una nave, come nella vita, ci possono essere tanti capitani ma c’è sempre, solo un comandante.

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