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Il caffè del professore – a cura di Bruno Siciliano, ordinario di Robotica alla Federico II: il bello delle trasferte

Con l’ultima a Bologna raggiungo il mio record assoluto di averle fatte tutte e diciannove di questo campionato stravinto: mai scelta fu più azzeccata, grazie alle sensazioni molto positive a inizio stagione.

Dal caldo ferragostano della prima a Verona a quello di ieri. Chilometri macinati in treno o in auto con gli amici di sempre e i miei due ragazzi. Quante storie da ricordare, le risate, le mangiate e le bevute, le ostilità di Bergamo e di Spezia, ma soprattutto i cori e le esultanze per le tante vittorie del nostro amato Napoli. Il tifo in trasferta è quello genuino dei veri appassionati che spendono tante energie (e soldi) per coltivare le forti passioni dei propri cuori azzurri.

Che bello camminare sotto i portici bolognesi al grido “Siamo noi, siamo noi, i Campioni dell’Italia siamo noi” e poterlo fare già da qualche settimana. Al nostro gruppo si è unito Gennaro da Empoli, un ragazzo dolcissimo nato a San Gennaro Vesuviano e trapiantato in terra toscana per il lavoro della mamma, autenticamente innamorato del Napoli, che segue in quasi tutte le trasferte e spesso anche per le partite in casa. Ci ha mostrato orgoglioso il suo ultimo tatuaggio con il tre dello scudetto cucito in petto: stessa grafica di quello di Spalletti, ma da lui fatto due giorni prima! Sulla schiena ha già tatuato da tempo il simbolo del Napoli, anch’esso con la grafica di quello del nostro coach. I tifosi assidui come Gennaro, come Fulvio da Milano, come Andrea da Londra e tanti altri hanno reso queste trasferte ancora più belle, più esaltanti, più vere, più vissute. Emozioni e vibrazioni che non si possono vivere in casa al Maradona.

L’accoglienza dei tifosi locali è stata purtroppo becera, nonostante il bel gesto dei nostri tifosi di esprimere la solidarietà alla gente alluvionata dell’Emilia Romagna. Ne parlavo con il tassista che ci ha portato dal centro allo stadio, ricordando un altro calcio e come città identitarie come Bologna e Firenze con una sola squadra —non fra le grandi vincenti— dovrebbero essere gemellate con noi nel tifo.

Per contro è stato quanto mai spassoso essere riconosciuto e fermato da tantissimi tifosi dopo il video virale del professore che entra in aula che ha sfondato il tetto dei tre milioni di visualizzazioni! Selfie e foto di rito e soprattutto tanta gioia trasmessa.

La partita in sé è stata una passerella che però ha consacrato il titolo di capocannoniere dell’iradiddio Victor, vero trascinatore morale del gruppo assieme al nostro Capitano. Qualcuno ha storto il naso per il mancato superamento del record di punti di Sarri —a condizione di vincere l’ultima in casa domenica prossima— ma il vero record è quello dei punti di distacco delle avversarie in un campionato che ha espresso tre finaliste nelle tre coppe europee.

Il pensiero finale va al nostro fratello Alfredo, prematuramente scomparso tragicamente nel 2017, che ha gioito da lassù con noi Partenopei Boys 1926 e la cui memoria abbiamo onorato non solo in casa ma anche in tutte le trasferte dove il gruppo è stato presente. Nello spirito resta sempre con noi.

Scrivo questo articolo in volo per Londra, dove sono diretto per il nostro convegno annuale più importante. All’arrivo a Heathrow ho chiesto a un ragazzo di farmi una foto con la sciarpa da Campioni: alla vista di questa ha urlato “Yeah Napoli Champion, Victor Osimhen”. Era nigeriano e la mamma poi ci ha fatto una foto assieme. Il fioretto per la prossima stagione sarà quello di fare tutte le trasferte europee —in questa stagione ho mancato solo Liverpool. Chissà se scaramanticamente potrà portarci sino a Wembley … #FNSCD.

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