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Il Mattino – Il comune pensa al museo all’interno dello stadio Maradona

Nell’edizione odierna, il Mattino fa sapere che il comune di Napoli sta pensando a come realizzare un museo e un itinerario per i turnisti e tifosi di Maradona e della squadra azzurra.

“Un museo all’interno dello stadio Maradona che raccolga i cimeli di ormai quasi 100 anni di storia, strumenti interattivi, luci in grado di creare effetti speciali avveniristici, visite guidate sul terreno di gioco. Questo il sogno, l’idea sta diventando concreta e adesso potrebbe diventare realtà. Il Comune ragiona – con gli assessori al Turismo e allo Sport, Teresa Armato ed Emanuela Ferrante – su come realizzare un museo e un itinerario che porti i turisti a visitare tutti i luoghi presenti in città che celebrano Maradona, il Napoli resta alla finestra, senza fretta. Se dipendesse dal presidente sarebbe l’ex San Paolo la location ideale per valorizzare in unico colpo sia la storia che la costruzione del futuro del club.

Un impianto che ad oggi è aperto sol in occasione delle gare disputate dai ragazzi agli ordini di Spalletti, mentre resta inspiegabilmente chiuso per le migliaia di turisti che arrivano in città per visitare – come avviene per tutti i grandi club europei – il campo di calcio. De Laurentiis immagina un museo sì con dei cimeli della storia del club, ma che vorrebbe moderno, interattivo e, provenendo dal mondo del cinema, qualcosa di completamente rivoluzionario.

Progetti inevitabilmente frenati anche dalla difficoltà in Italia – non solo a Napoli – di trovare un’intesa per l’affidamento degli stadi ai club di calcio. Il Comune ha infatti annunciato, anche sulla scia dei tanti turisti arrivati in città per la vittoria ai Mondiali dell’Argentina, di voler iniziare per il prossimo anno a costruire un itinerario turistico che porti i visitatori a ripercorrere i luoghi simbolo del passaggio di Maradona in città.

Non solo il murales dei Quartieri Spagnoli, ma anche quello di Napoli Est realizzato da Jorit o, a Spaccanapoli, il bar Nilo che espone il capello di Diego e poi le statue scolpite per raffigurare il Dio del calcio. Sono primi passi, ma per costruire qualcosa di concreto, tutto passerà dal dialogo tra le istituzioni e il Napoli Calcio per non vanificare l’effetto-Doha.”

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