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Imborgia ex agente di Traorè “È sempre piaciuto al Napoli. De Laurentiis mi chiamo’. Può fare tutto ma deve essere convinto”.

A Radio Crc è intervenuto Antonino Imborgia, ex agente di Hamed Traorè

“Traorè è eclettico, credo giochi meglio sulla fascia sinistra del campo.

Può fare tante cose: l’interno, il sinistro, è molto simile a Zielinski perché è completo e sa ricoprire diversi ruoli.

Junior però, come lo chiamo io, deve essere convinto di quello che fa. Se sente di più una zona del campo, è testardo nell’ accettare cambiamenti.

Ha qualità per giocare anche a 2 in mezzo al campo, può essere impiegato ovunque.

Se in quel momento, in quel periodo ha fatto bene nel 4-3-3 esterno a sinistra alto, se gli cambi di posizione e gli fai fare l’interno, la mastica male.

È l’unico difetto che conosco di lui. Se è convinto di fare il terzo alto lo fa con piacere, altrimenti mastica a fatica il cambio.

Ho ricevuto una telefonata da De Laurentiis quando ero ancora agente del ragazzo, una lunga telefonata, l’estate prima dello scudetto, dove il presidente mi chiedeva notizie del giocatore.

Poi, non so come è finita tra Napoli e Sassuolo, ma quando ha saputo dell’ingaggio che Traorè percepiva al Sassuolo e quanto era costato al club che lo pagò 16 milioni più bonus, l’ho sentito più freddo.

Il Napoli però, nella persona di De Laurentiis, l’ha sempre apprezzato: il club aveva Traorè in testa già da tempo. 

Capire quello che è successo a Napoli non si può, bisognerebbe avere studi importanti che io non ho, non ne capisco la ragione, ma è incredibile che il Napoli abbia un punteggio così scarso.

Penso ad un finale di campionato assolutamente diverso perchè poi dare la colpa sempre agli allenatori è troppo facile. 

La panchina azzurra? O prendi e quindi anticipi di qualche mese l’allenatore che guiderà la squadra in futuro, oppure si deve continuare con Mazzarri.

Ho anche giocato con Walter, lo stimo molto, ma capirei la scelta di mandarlo via solo se arrivasse il prossimo allenatore del Napoli.

Cambiare tanto per cambiare non serve, si fanno solo guai. Mazzarri conosce la città, la tifoseria, il presidente e tutto quello che un altro allenatore capirebbe in almeno 2 mesi.

La squadra ha un livello tecnico tra il terzo/secondo posto e quindi i giocatori devono abbracciarsi, piangere e capire cosa fare. Conta lo spogliatoio e contano i giocatori perchè poi se quelli più importanti si mettono insieme ad aiutare allenatore e staff, il Napoli ne vince anche 10 di fila.

Stesso discorso vale per la Champions: con l’organico che ha, il Napoli può giocarsela a viso aperto”. 

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